lunedì 10 settembre 2018

Quella casa nel bosco (2012)

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L'incipit della trama ci mostra un gruppo di ricercatori (con Richard Jenkins!), in rigoroso camice bianco, che cazzeggiano durante una pausa di lavoro. Parlano del più e del meno: del matrimonio, della rivalità con altri laboratori in giro per il mondo. Cose così insomma. 
Stacco (citaz.) e sulla scena irrompono i classici cinque ragazzi da college USA (dei quali fa parte Chris Hemsworth, fresco reduce dal primo Thor) che stanno preparando una vacanza sulla classica casa isolata in mezzo ai boschi. E fin qui nulla di particolare, se non fosse che il gruppo di scienziati visti in apertura fa parte di un progetto governativo top secret finalizzato a fare carneficina di queste cinque persone, attraverso creature mostruose e terrificanti, per uno scopo che sarà rivelato strada facendo. A questo punto il massacro può partire.

L'intuizione originale e divertente di Quella casa nel bosco è la scelta degli autori di dare una spiegazione logica alla presenza delle "solite" creature abominevoli protagoniste di questo tipo di horror (e la mattanza finale quando le bestie vengono liberate è veramente notevole). Altra arma vincente del film è il suo lato comedy, delegato soprattutto alle sequenze nel laboratorio, con gli scienziati che fanno puntate assurde sulla sorte dei cinque sfortunati, assistendo alle violenze sui numerosi schermi come se fossero comodamente seduti in poltrona davanti al superbowl.
Ma nella pellicola a mio avviso emerge anche una presa in giro dei classici canoni horror americani, nei quali ragazzi universitari con un elevato grado di cultura e istruzione, quando si trovano in vacanza diventano improvvisamente dei trogloditi (i maschi) e dei troioni (le ragazze) e dove gli sceneggiatori abusano sempre dei soliti clichè nella costruzione dei personaggi (lo sportivo tutto muscoli, la figa disinibita, la secchiona e/o il secchione, il cannaiolo): lo dice esplicitamente Marty (Fran Kranz), lo strafattone della combriccola e lo rimarca, in un breve cameo, la sempre apprezzabile  Sigourney Weaver (la Direttrice)  nell'epilogo del film.

Visto il connubio tra commedia, horror e metacinema, sovviene il paragone con l'inarrivabile Scream di Wes Craven, beh, non siamo a quei livelli, ma divertimento e, una volta tanto, originalità, sono assicurati.

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