giovedì 9 agosto 2018

Anarchia - La notte del giudizio (2014)

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Sequel dell'ottimo La notte del giudizio, Anarchia sposta la visuale dello spettatore dal microcosmo della casa borghese della famiglia Sandin alle strade di questa generica città americana, nella fascia oraria in cui, il 21 marzo di ogni anno, si svolge l'annuale massacro legalizzato. La violenza diffusa, che nel primo capitolo era limitata allo sfondo della narrazione, qui si prende perciò tutta la scena.
Ovvio che con queste premesse cambino totalmente anche i protagonisti della storia, a differenza del primo film abbiamo infatti tre storylines che si intrecciano: Carmen (Eva Sanchez) con la figlia e un anziano padre malato; Leo (Frank Grillo) un solitario con una missione, e la coppia, in procinto di divorziare, Liz e Shane. Per ragioni diverse tutti questi characters resteranno per strada alla potenziale mercè dei tanti svitati assetati di sangue e dovranno allearsi per cercare di arrivare vivi alle sette del mattino successivo. Intanto qualcuno si sta organizzando, anche militarmente, per opporsi a questo abominio di Stato. 

Date le premesse del primo episodio mi sento di dire che finalmente il regista, autore e sceneggiatore James Del Monaco preme l'acceleratore sul significato politico della narrazione, puntando il dito non solo sul governo (una congrega di esaltati chiamati Nuovi Padri Fondatori), ma anche sui media, che sostengono questo Sfogo annuale sciorinando cifre e dati su come l'iniziativa produca benefici all'America. Nella realtà La Purga, visto che si abbatte esclusivamente sugli strati sociali più deboli che non hanno i mezzi per opporsi alle violenze, serve esclusivamente allo Stato per contenere i costi del welfare ed eliminare le sacche improduttive della società. Del Monaco lo lascia intendere e lo fa dire in maniera esplicita, nel finale, ad un villain generale d'esercito, che si lamenta di come la popolazione non uccida abbastanza e di come, quindi, l'esercito debba incrementare i numeri. 
C'è tutta l'arte cinematografica e la denuncia politico sociale di Carpenter (pensiamo ad Essi vivono, più efficace di mille simposi sulla società consumistica), dentro queste pellicole, ma a mio avviso non mancano rimandi anche ai Guerrieri della notte di Walter Hill, nella fuga disperata del gruppo di protagonisti che hanno nemici ovunque.
Come nel primo capitolo della trilogia (recentemente arricchita da un prequel, uscito al cinema, e da una serie tv che partirà a settembre) ci sono diverse morali che vengono offerte allo spettatore. Una di queste è che le persone che verranno risparmiate dalla furia omicida saranno salvifiche per le vite altrui.

Insomma, un'opera di intrattenimento ben fatta, che si apre a diverse chiavi di lettura nemmeno tanto nascoste, a patto di non essere ottusi trumpiani o leghisti.

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