lunedì 26 settembre 2016

The Dead Daisies, Make some noise


Se ci fosse una giustizia in questo fasullo mondo del rock business, allora uno come John Corabi, classe 1959, avrebbe meritato almeno una volta nella vita di raggiungere quel tipo di successo che garantisce non solo la celebrità ma anche, perché no, un po' di soldi in banca.
E invece l'ottimo singer, che ha avuto la sfiga di essere chiamato nei Motley Crue nel momento più atroce per la storia del gruppo, continua ad arrabattarsi tra un progetto e l'altro, nella speranza di intercettare prima o dopo quello giusto.
Noi tutti gli auguriamo che quello giusto possa essere i The Dead Daisies, vero e proprio collettivo sulle scene dal 2012, i cui componenti sono in continua rotazione e il membro fondatore, il chitarrista australiano David Lowy, ha la particolarità di essere, prima che un musicista,  un milionario, CEO di un fondo di investimento e un pilota di aerei.
La formazione attuale, oltre a Corabi (che si unito alla banda già l'anno scorso con il precedente album Revoluciòn) e Lowy, vede al basso Marco Mendoza (ex Thin Lizzy), alla chitarra solista Doug Aldrich (Whitesnake, Dio, House of Lords) e Brian Tichy alla batteria (Ozzy, Whitesnake, Foreigner). Insomma, la classica all star band che prova ad ottimizzare l'esperienza dei suoi componenti sfruttando ovviamente il ventre sempre gravido della retromania.
Nel caso di specie Make some noise , a differenza del precedente Revoluciòn, molto orientato a suoni hard rock/blues anni settanta, baricentra il proprio stile attraverso una combinazione di sleaze e arena-rock potente ed energetica, che non fa niente per nascondere le principali fonti d'ispirazione (Hanoi Rocks, Aerosmith, Faster Pussycat) senza tuttavia disdegnare richiami a  Van Halen (Mainline), Def Leppard (Make some noise) o interpretazioni di cover che rivitalizzano grandi classici (Fortunate son, dei Creedence Clearwater Revival). Stranamente, visto il genere proposto e l'arma non convenzionale rappresentata dalla voce pastosa di Corabi, manca all'appello la classica ballatona glam.
Un lavoro tanto divertente nel breve quanto (presumiamo) effimero.
Temo che Corabi dovrà rimandare al prossimo giro il suo vitalizio pensionistico.

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