lunedì 22 giugno 2015

Joe R. Lansdale, Mucho mojo

Con la seconda avventura (Una stagione selvaggia è stata la prima) di quella che diventerà una fortunatissima saga, Joe R. Lansdale colloca la coppia di amici Hap e Leonard nell'East Texas, dove la soglia della povertà è sfondata come la porta di una casa buttata giù a calci dalla polizia, la droga è lo strumento più veloce ed economico per fuggirne, la violenza è brutale, quotidiana e ottusa e dove la vita di ciascuno non vale una cicca. Figuriamoci quella dei bambini di strada, spesso nati a loro volta da madri bambine.

Ma il valore aggiunto di Mucho mojo (1994) a mio avviso non è tanto l'indagine dei due amici (ricordiamolo: uno bianco senza fissa occupazione e vagamente progressista, l'altro nero, gay, repubblicano e amante del country). Certo, lo sviluppo della crime story si legge tutto d'un fiato, anche se i lettori sgamati non avranno grossissime difficoltà ad indovinare il colpevole degli orrendi delitti a sfondo pedofilo/religioso che turbano il sonno dei nostri, ma è l'efficacissima fotografia che Lansdale fa di quelle zone, di quei territori, di quella gente ad essere come sempre impagabile. Sembra di rivedere le sequenze di pura desolazione mostrate dalla serie tv True Detective (recentissima, che di sicuro qualcosa deve all'autore texano, oltre che a Ellroy). Così come sono da leggere con molta attenzione i dialoghi filosofici tra i due protagonisti, che approfondiscono temi immagino molto dibattuti dai media americani, come ad esempio la responsabilità individuale e dello Stato nei confronti delle persone che nascono povere e muoiono derelitte o tossiche o da criminali, oppure il rapporto sempre difficile tra la popolazione bianca e quella nera, il dibattito sul welfare state, eccetera.

Resto convinto che Lansdale dia il suo meglio nei racconti o nei romanzi autoconclusivi, dove può liberare i suoi peggiori demoni, per poi catturarli sulla pagine, in storie agghiaccianti come alcune della raccolta Maneggiare con cura che ancora mi tormentano. Una cosa però è certa, quando ricominci a leggere le opere di questo autore non vorresti più fermati. Ragion per cui ho inaugurato il mio nuovo e-reader scaricando la Trilogia del Drive-In
A presto, dunque.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Di "Maneggiare con cura" da ricordare "Godzilla in riabilitazione", capolavorissimo!
La Trilogia del Drive In non vale proprio la pena, il primo era bellissimo, il secondo un'estremizzazione non sempre opportuna del primo e terzo...vuoi saperlo?
PS forse l'e-reader si guasterà.

monty ha detto...

Dovesse guastarsi il Kindle, lo farà per lo scarsissimo
uso che ne sto facendo. In effetti, ad oggi, a parte averlo
pagato l'inezia di tre deca, ancora non mi spiego l'acquisto :D

Anonimo ha detto...

Potevi comprarci dei libri, pensa un po'

monty ha detto...

Con questo se ci prendo la mano ne posso avere circa tremila ;)

jumbolo ha detto...

questo è proprio un bel libro