martedì 4 marzo 2014

A proposito di Davis


Già a partire dalla sequenza iniziale, che vede Oscar Isaac nei panni di Llewin Davis intonare un'intensa folk song (Hang me, oh hang me) nel silenzio straniante di un minuscolo club, A proposito di Davis si palesa come un piccolo film che, lasciato decantare, pretenderà un grande spazio nella parte affettiva del cervello, nel cuore e nella pancia. E' una sensazione che comincia a germogliare già sui titoli di coda e che si manifesta chiaramente mentre esci dal cinema e ti incammini per strada, sognante e per niente infastidito dalla fitta pioggia che cade leggera.

I fratelli Coen ritornano con un'opera che gratta lo smalto della superficie di mito di un luogo (Greenwich Village, NY) e di un periodo storico (i primi anni sessanta), nell'intento (raggiunto) di restituirgli coerenza e assemblare la giusta rievocazione attorno ad un movimento sociale, culturale e artistico tra i più rilevanti della storia recente.
Il film, liberamente ispirato alla storia del folk singer Dave Van Ronk, è un gioco continuo di rimandi e riferimenti, incanalati attraverso una fotografia fortemente suggestiva che utilizza immagini-icone indimenticabili (una su tutte: a Davis che si stringe nella giacca marrone lungo le strade di New York manca solo Suzy Ruotolo sottobraccio perché la rievocazione della copertina di Freewhin' di Dylan sia completa ). 

   

Lo splendido perdente Llewyn Davis è egli stesso, suo malgrado, una figura iconografica che conduce un'improbabile, cocciuta, del tutto personale battaglia contro la società, scavando quasi involontariamente nelle ipocrisie anche di quella più aperta e liberal. Una battaglia alimentata dall'adesione al comunismo e da una totale libertà personale e, di riflesso, artistica. Non cede a compromessi Llewyn, per arrivare alla notorietà, prende maledettamente sul serio la sua arte. La malinconia dei suoi pezzi se da una parte attrae dall'altra intimidisce l'ascoltatore e di certo non avvicina i manager dell'industria discografica, già allora cialtroni e interessati esclusivamente al lato commerciale della musica. Nel suo arrancare nella neve, custodia della chitarra nella mano destra, borsa a tracolla e scarpe di camoscio fradicie, diretto verso l'ennesima impietosa audizione, Davis mi ha ricordato un'altra immagine potente, quella della vecchina di Kurosawa superstite della bomba atomica, che, in Rapsodia in agosto, non si fa fermare dal vento che la flagella frontalmente e, armata solo di un ombrellino minuscolo che rischia costantemente di essere spazzato via, continua a camminare lenta ma inarrestabile verso la direzione che si è prefissata.

Il personaggio Llewyn Davis è talmente  efficace dal punto di vista comunicativo che, per una volta, distrae, direi quasi infastidisce la presenza dell'ennesimo character bizzarro affidato a John Goodman, attore feticcio dei Coen che di norma venero come una reliquia, ma che dovrebbe cominciare a pianificare una exit strategy da questi  ruoli costantemente fuori registro.

Tra le curiosità infine, mi ha quasi fatto cascare dalla sedia il tributo dei registi di Fargo al collega italiano Pappi Corsicato, il cui nome è affibbiato al gestore del Gaslight, locale nel quale Llewyn si esibisce e dove, nelle ultime sequenze del film, arriva un giovane arruffato con armonica e chitarra che si fa chiamare Bob Dylan.

Ho già usato questa iperbole, ma non me ne vengono di migliori: se è vero che a volte, sempre più raramente, un'opera artistica si rivela alla stessa stregua affettiva di un posto dell'anima, A proposito di Davis rientra a pieno diritto nella categoria. 
Un piccolo, grande film. 

E non vi ho parlato del gatto...

3 commenti:

Dantès ha detto...

il gatto è protagonista quasi quanto il protagonista ;) film a rilascio lento, lentissimo per me: ho scoperto che mi era piaciuto settimane dopo averlo visto...

Anonimo ha detto...

Molto bella...Viva i Coen che oltre a fare grandi film ispirano chi li va a guardare...Il gatto è meraviglioso.

monty ha detto...

Conosco la sensazione Dantès :)

@anonimo: ti quoto, per un gatto così
sfiderei la mia allergia :)