sabato 19 settembre 2009

L'esercizio del punk


Non sono nuovi del mestiere i milanesi Minnie's, tra una vicessitudine e l'altra sono in giro infatti da quasi quindici anni (e sei dischi). Io li ho scoperti con quest'ultimo L'esercizio delle distanze, al quale sono arrivato attraverso qualche recensione pizzicata qua e la.

L'idea che mi sono fatto è che i ragazzi cerchino la via italiana al punk più commerciale e pop, il che non è un'intuizione sbagliata, se vogliamo. Certo che poi bisogna avere la capacità di raggiungere questo obiettivo e loro secondo me si fermano un pò a metà del guado.

Da ascrivere sotto la voce tentativo riuscito sicuramente l'open track Per cosa si uccide (a parte un fastidiosissimo bridge "parlato" che fa un pò Bambolina & Barracuda di Ligabue), Hey, Lasciatemi, Milano è peggio (con "parlato" anche questa, purtroppo), Mai più fiori scuri.

La scrittura, diciamolo, non è eccezionale, anche se si apprezza un certo gusto per le aperture di gas dei ritornelli, che cercano di adempiere con disciplina al compito di restare in mente. La parola d'ordine insomma è immediatezza, la longevità delle composizioni non è forse nei programmi della band.

Alla fine non si evince chiaramente cosa vogliano fare i Minnie's da grandi, sospesi come sono tra la strada mainstream e l'indie, tra i Ministri e i Lunapop.
Time will tell.

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