Quando parlo di ballate faccio riferimento principalmente a tutto il blocco centrale dell'album, a partire dalla traccia numero tre Gimme the sweet and lowdown, alla successiva Diamond in the rough (uno dei miei pezzi preferiti) fino a Bakersfield, passando per Machine gun blues. Anche Writing on the wall, che arriva più avanti è da ascrivere in questa categoria.
L'altro aspetto del disco è quello della prepotente virata verso un rock'n soul elettrico. Da qui i cori femminili, il pianoforte, l'onnipresente impronta boogie di fondo. Esemplare da questo punto di vista è la scintillante Can't take with you. Il giro di chitarra di Far side of nowhere rimanda invece,imprevedibilmente, ai REM di Out of time.
Spazio anche al country, grande passione di Ness e con esso a Hank Williams sr, l'interprete che Mike predilige. La canzone coverizzata è la struggente Alone and forsaken e, da fan della musica bianca del sud degli states quale sono, penso di poter dire che anche in questa versione elettrica la drammaticità del pezzo è preservata. Still alive (già sentita dal vivo nel 2009) è l'ultima tappa di questo viaggio. Classico pezzo da end titles, dotato di un refrain accattivante da cantare fino allo sfinimento.
I Social Distortion che conoscevamo sono morti, viva i Social Distortion.
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