Non passa giorno che sulle pagine degli spettacoli del Corriere o di Repubblica non pubblichino dal trafiletto alla pagina intera su Springsteen (ieri per dire intervista a Little Steven e recensione del concerto a Glastonbury), in arrivo in Italia con il suo tour.
A pensar male verrebbe da scrivere che stanno tentando di creare un evento epocale laddove, visto che Bruce è ormai di stanza in Italia e che la E Street tra lutti e defezioni non è più la leggendaria band che era, l'evento ormai non c'è più.
Faccio l'esempio del Boss, artista a me caro, solo per ribadire il concetto. Troppo spesso gli organi d'informazione, quando parlano di rock o musica pop in generale, più che informare tendono a fare marchette, ad alcuni fortuni artisti (ed è sicuramente il caso di Springsteen) arrivano proprio a portargli l'acqua con le orecchie.
Boh. Ovviamente non è cosa d'importanza capitale, però mi capita di pensare a cosa sarebbe la stampa, l'informazione in generale, se applicasse lo stesso concetto anche alle notizie più importanti.
No, dài. E' impossibile.
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