lunedì 17 giugno 2024

Zakk Sabbath, Doomed forever forever doomed


Ups... I did it again. 
Il simpaticissimo Zack Wylde invece di lasciare, raddoppia. Se nel 2020, con Vertigo (qui la recensione), aveva voluto reincidere il mitologico e fondamentale album di debutto dei Black Sabbath (1970) oggi propone, su unico disco, i due album cronologicamente seguenti: Paranoid e Master of reality.
La band è la medesima di Vertigo (i dettagli in quella mia review) e che vi devo dire? disco artisticamente inutile ma che gasa all'inverosimile, pur avendo noi consumato gli originali, così come d'altro canto hanno fatto intere generazioni di metallari.

La tracklist di Paranoid, qui fedelmente ripropostafa tremare i polsi: War pigs/Paranoid/Planet caravan/Iron man/ Electric funeral/Hand of doom/Rat salad/Fairies wear boots. Una bomba atomica che i Zakk Sabbath ripropongono con tostissima devozione e un suono analogico pieno e fomentante. 

Master of reality (1971) cominciava a mostrare un'altra faccia dei Black Sabbath, e riascoltandolo in questa riproposizione, si capiscono tante cose, ad esempio dove i Metallica più selvaggi abbiano trovato ispirazione per i loro intro/break acustici o come un pezzo quale Children of the grave abbia letteralmente costituito le fondamenta dell'ottanta per cento del metal ottantiano. Un altro disco mostruoso con meno pezzi dai titoli leggendari ma, se possibile, ancora più amato dai musicisti metal (come i tre tribute album dedicati ai BS dimostrano chiaramente).

Se portassero in tour dalle nostre parti questo progetto...

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