Lone Wolf
One Man Band
Totò. O anche Bennato Edoardo. Ve li ricordate quando si facevano vedere con un'intera orchestra musicale costruita addosso, a rievocare musicisti di strada dei secoli passati? Nel caso li aveste snobbati, trovandoli eccessivamente folkloristici, ecco che forse tocca ricredervi.
Perchè oggi, A.D. 2012, ecco Mr. Lone Wolf da qualche parte del sud degli states, nell'assenza pressochè assoluta di notizie biografiche, di precedenti esperienze discografiche, o di note su wikipedia, con il suo armamentario a gravargli (o forse no) sulle spalle, le mani che si muovono veloci sul banjo, il fiato sputato nell'armonica, la voce come catrame bollente.
Arriva, comincia a suonare i suoi strumenti contemporaneamente (percussioni, armonica, banjo, il tutto in rigorosa presa diretta) e ti stordisce come il fischio di un treno merci che squarcia all'improvviso la notte silente.
E' blues. E' blugrass. E' country. E' folk. E' agrindustrial, per citare i Th' Legendary Shack Shakers. E' una vettura che percorre una discesa a perdifiato, con le gomme lisce e senza freni. E' Tom Waits, John Lee Hooker e Jimmy Martin. E' l'umidità delle paludi della Lousiana e l'asciutto del Mojave. E' un monolite che alla lunga affatica, pur compensando con la puzza del sudore e l'urgenza comunicativa.Il tutto in un solo uomo. Un One Man Band.
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