Ad oggi probabilmente Il ballo di S. Vito resta il mio disco preferito di Vinicio Capossela. O al massimo si gioca il primato con Ovunque proteggi. Le motivazioni sono probabilmente del tutto personali. Per prima cosa questo disco è stato il mio primo approccio con il maestro. Ricordo di aver ascoltato i brani in anteprima all'interno di una lunga intervista da lui concessa a Radio Popolare, quando ancora il suo affabulare confuso era frutto di spontaneità e probabilmente poca lucidità indotta dall'alcol e ancora non era standardizzato. Che poi ovviamente anche le canzoni ebbero il loro bel peso eh. Morna, La notte se n'è andata; Il corvo torvo; Il ballo di S. Vito e sopratutto la trilogia conclusiva L'accolita di rancorosi, Pioggia di novembre e Tanco del murazzo. Il disco autunnale per eccellenza.
1 commento:
Yeah, sempre il migliore...dopo, Capossela ha cominciato a diventare stucchevole in una sorta di esagerazione di questo stile. Qui l'equilibrio era perfetto
Posta un commento