L'idea di portare Stefano al planetario di Milano è da un pò che mi ronzava nella capa, ma poi insomma, tra il fatto che temevo fosse troppo piccolo, la svogliatezza di buttarmi nel casino della città meneghina al sabato pomeriggio e il pessimo ricordo dell'ultima volta in cui andai nella struttura di corso Venezia (nel serprentone in coda per entrare ci fu addirittura una rissa), avevo spesso accantonato la pensata.
Sabato scorso, approfittando della bella giornata, ho superato ogni ostacolo di natura mentale/organizzativa/logistica e ho portato il pargolo a fare questa esperienza.
E stavolta tutto è andato per il verso giusto, sole e gente nei giardini, niente coda, addirittura parcheggio libero davanti all'ingresso.
Il planetario di Milano, uno dei più importanti in Europa, è un posto davvero suggestivo. Costruito nel 1930 ha forma circolare e sotto la cupola sulla quale viene illustrata la volta celeste e le immagini dei pianeti, trovano posto 300 persone (più o meno) comodamente sedute sulle tradizionali sedie di legno girevoli.
I primi minuti, quando si sono abbassate gradulamente le luci e si è cominciata a vedere la mappa delle stelle sono stati, per Stefano, davvero emozionanti al punto che si lasciava scappare dei clamorosi "oooohhhh" e "uuuuhhhh" di pura meraviglia. Poi, dato l'indirizzo della conferenza (il linguaggio non era adatto ad un pubblico di bambini) e la sua durata eccessiva (più di ora), è subentrata un pò di stanchezza e di agitazione (impossibile tenere fermo Stefano per più di cinque minuti).
Ad ogni modo, nel complesso, una bella esperienza. Sarebbe bello ripeterla magari con un programma ad hoc per i più piccoli (il planetario ne organizza).
L'importante è non mettere in pratica le nozioni imparate cercando di applicarle al cielo notturno di Milano e provincia.
Tra inquinamento atmosferico e luminoso infatti la frustrazione sarebbe garantita.
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