martedì 1 febbraio 2011

Sang a song for everyone



Superata la soglia dei settanta, l'incantevole lady che risponde al nome di Mavis Staples (avevo parlato brevemente di lei qui e qui) si è ritagliata una nuova carriera, grazie principalmente al suo enorme talento ma non di meno a gente come Ry Cooder, che gli ha prodotto nel 2007 lo splendido We'll never turn back e Jeff Tweedy che con questo You're not alone ha fatto, se possibile, di meglio.

I tredici pezzi che compongono l'album sono al solito profondamente intrisi di spiritualità, luce interiore e profonda religiosità. Ma anche d'orgoglio e di lotte. Lo stile musicale muove dal gospel per lambire un pò tutti gli orientamenti black del passato. Il risultato, beh, emoziona e commuove sin dalle prime note, con Don't knock e la titletrack a mettere a dura prova ogni patetica riluttanza alle lacrime.

Passata questa doppietta si tira il fiato giusto un attimo perchè a metà tracklist c'è I belong to the band che assesta un'altra mazzata emotiva mica da ridere. Con Only the Lord knows il registro vira su un protofunk essenziale, non così lontano dai seventies della blaxpotation.
A questo punto, proprio quando sono indifeso come un bambino che al cinema assiste all'omicidio della mamma di Bambi da parte dei cacciatori, parte una Wrote a song for everyone dei Creedence Clearwater Revival che mi annienta definitivamente. E mancano ancora tre canzoni alla fine dell'album. Vi dico solo questo, ascoltando il coro di voci gospel guidato dalla Staples dentro Wonderful savior sarete colpiti da un irrefrenabile impulso ad alzare il volume di una, due, tre tacche. Ancora e ancora.

Disco uscito da qualche mese ma, che ve lo dico affà, assolutamente da recuperare.




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