Nutro un'insana e irrazionale passione per il trio comico milanese Aldo Giovanni e Giacomo. Pur a fronte di questa premessa mi corre l'obbligo di dire che dal 2000, anno in cui chiusero la loro prima trilogia cinematografica con l'ottimo Chiedimi se sono felice, la parabola del gruppo ha cominciato una lenta e ahimè inesorabile discesa, coincisa, e chissà se è un caso, con l'estromissione del membro aggiunto del trio, Marina Massironi.
Da quel film hanno cominciato a timbrare il cartellino delle uscite un anno si e uno no, collezionando così cinque film. Per la verità nessuno memorabile, anche se si può premiare lo sforzo ambizioso di La leggenda di Al, John e Jack.
Arriviamo in questo modo all'ultima uscita, presentata ovviamente in coincidenza delle festività di fine anno: La banda dei babbi Natale, opera con la quale, dopo un film a episodi e la riproposizione nelle sale di uno spettacolo teatrale, i tre sono tornati a proporre al pubblico un film nel formato più abituale.
Pur non gridando al miracolo (si sorride più che ridere di pancia), la pellicola è gradevole. Lo svolgimento è costruito sul meccanismo dei flashback e tra una citazione al Il grande Lebowski (lì il bowling qui le bocce), qualche cameo azzeccato (le brave Angela Finocchiaro e Sara D'Amario) e una nevicata palesemente computerizzata, il film si lascia guardare, con la parte di Giovanni Storti a prevalere questa volta su quella degli altri.
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