giovedì 4 novembre 2010

Venite a prendermi


Di questo ennesimo scandalo annunciato che ruota attorno a Ruby Rubacuori, Nadia e alle abitudini folklorisitco-sessuali del premier non voglio scrivere molto. E' da mò che il cav, e con lui l'Italia intera, ha raggiunto il fondo. E' da mò che stiamo scavando con le mani inzozzate di fango e viagra.
Vorrei invece far notare gli effetti collaterali di questa vicenda. Quelli partiti come scosse di assestamento dall'entourage del presidente, dalla cerchia di amici, graziati e/o premiati per la loro condotta, if you know what i mean.

In testa il direttore honoris causa, Emilio Fede, che molti insistono a vedere come figura comica, macchietta innocua, e che invece io ho sempre qualificato come personaggio sordido, rancoroso e vendicativo. L'anchorman del TG4 è stato tirato in ballo (non è la prima volta e nemmeno l'ultima, visto il delinearsi del caso
Perla Genovesi/Nadia Macrì) per aver procurato carne fresca al capo e quindi per favoreggiamento della prostituzione. Bene. Fede scrive una lettera al Corriere della Sera (pubblicata ieri) per lamentarsi dei contenuti di alcuni articoli che riprendevano le notizie di cui sopra. Grande. L'infangatore professionista che si lamenta degli schizzi di melma altrui, l'indiscusso re dei provocatori e delle sentenze sputate senza contraddittorio che reclama equilibrio e correttezza. Il tono usato per tutta la lettera è quello dell' avvertimento mafioso, che gli appartiene totalmente: "(...) Io avvisi di garanzia non ne ho ricevuti. Auguratevi, comunque, che non ne riceva. Ve lo auguro con tutto il cuore. Perchè altrimenti, dovessi chiamare gli avvocati di tutto il mondo, vi porto in tribunale. Cosa che non ho mai fatto verso un collega. Ma voi colleghi lo siete soltanto perchè iscritti allo stesso albo professionale." Giù la maschera, Emilio.

Poi Berlusconi attacca i gay (una chiara strategia mirata a far casino, non una boutade improvvisa nè una barzelletta carpita mentre non sapeva ci fossero telecamere) e la Carfy, ministro delle pari opportunità in un paese nel quale la recrudescenza violenta contro gli omosessuali è in preoccupante aumento che fa? Minimizza. "E' solo una battuta". E già. Sò ragazzi...

E' il turno di Signorini, che ha scosso l'Italia intera con il suo sconvolgente, incredibile e insospettabile coming out. "Macchè omofobico, io, direttore di Chi e S&C sono la dimostrazione vivente che Silvio rispetta le differenze". Eh sì, ma solo quelle dei ruffiani.

E così via. Feltri e Belpietro che non scrivono una riga riguardo l'intenzione del premier di chiudere (no, dico chiudere) per un mese i giornali in caso di pubblicazioni illecite di intercettazioni telefoniche,Gasparri, La Russa e Cicchitto che allargano sorridenti le braccia e minimizzano"che volete che sia". Bersani invece, ah Bersani è lì che si macera nel dubbio: "Ma a parlare del troiaio di Berlusconi gli farò mica un favore in termini di consensi?".

Ma per fortuna c'è Giovannardi, il grande moralizzatore, il fustigatore di costumi, l'impalatore dei peccatori. Di fronte al premier che fa festini a base di droga e troie ha dichiarato, impavido e sguardo fiero che...che...ecco...ehm... Vai cosi Giovy.

E come dimenticare quel tal cardinale che "eh, ma la bestemmia va contestualizzata..."

Gente, non è che tra figuranti a vario titolo nel libro paga (soubrette su scranni politici, fascisti nei vari dicasteri, prelati abbondantemente finaziati, giornalisti graziati o semplicemente ossequiosi) e un'opposizione meditabonda/moribona, questo è come se si fosse barricato dentro la nostra democrazia con i viveri per altri vent'anni?

No chiedo, eh.

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