Sono stato qualche giorno a Boario Terme per quello che chiamano "convegno d'organizzazione". Un seminario cioè dove si analizzano dati, percentuali e grafici sull'organizzazione sindacale. Importante per capire come campa il nostro sindacato e cosa deve fare (ringiovanire sopratutto!) per proiettarsi nel futuro.
L'albergo, un centro benessere, era molto bello. Per i nostri standard qualitativi ovviamente. A Boario invece non c'è davvero niente da fare, se non vai alle terme. E tra l'altro stavolta i dibattiti erano talmente serrati che occupavano per intero la giornata.
In queste occasioni si potrebbe stilare un campionario della fauna sindacale, un dizionario illustrato sulle persone che fanno questa attività a tempo pieno. A parte qualche eccezione in giacca e cravatta, la maggioranza veste pantaloni di velluto o jeans, camicia con sopra un maglione. I colori in genere sono diverse tonalità di marrone, o rosso, raramente colori squillanti.
Ci sono sindacalisti che non si lasciano scappare nemmeno una possibilità di intervenire nel dibattito, dicono la loro seriosamente su ogni argomento, quelli che presenziano e non parlano mai, quelli che sonnecchiano, quelli che lasciano il giubbotto sulla spalliera della sedia e girovagano per l'albergo o per la città, quelli che leggono il giornale durante il dibattito.
L'età media si aggira tra i 45 e i 55 anni, in molti non lavorano nelle loro aziende da minimo dieci anni.
Spesso è gente che lavora devvero duramente, passa la maggior parte della giornata fuori casa, in giro per imprese, parla con gli imprenditori, con i lavoratori, con gli altri sindacati, scrive comunicati, programmi,elabora strategie di attacco o di difesa, non ci dorme la notte su problemi senza soluzione.
Altri ci marciano. Alcuni sono dei farabutti. Qualuno è imboscato.
Cerco di evitare come il colera queste occasioni di seminari o direttivi a tema, che ti impongono trasferta e notte fuori, ma a volte non mi è lasciata la facoltà di scelta e tocca presenziare.
In queste occasioni mi rendo conto come poco mi sono amalgamato con il resto del gruppo, continuo a sentirmi diverso. E lo dico senza presunzione ne rammarico. E' una semplice constatazione. Ancora non sono assuefatto al ruolo, a volte non capisco in pieno dove vanno a parare con gli interventi, altre volte mi sembrano troppo seriosi e ingessati nel linguaggio.
Proprio su questo tema, ricordo in un'occasione, presentando la nostra lista di RSU per le elezioni, durante un assemblea rilassata e serena, ho chiosato dicendo che, dato il mix tra anziani e giovani candidati, era come avere allo stesso tempo le radici e le ali (do you remember i Gang?), ed è bastata questa banale citazione a scatenare i commenti negativi dell'apparato.
Intendiamoci, ammiro fino all'adorazione diversi sindacalisti che gravitano della mia categoria, qualcuno di loro ha veramente passione,generosità e capacità straordinarie, ma se il sindacato è fatto in percentuali bulgare da over 40, una ragione (oltre all'entrata near 30 al mondo nel mondo del lavoro) ci sarà.
Tornando a Boario, è strano, dopo la cena di gruppo e la passeggiata fracassona con tappa al bar per la grappa, tornare in albergo, chiudere la porta e trovarsi da soli.
Sentivo l'esigenza di sfruttare quel tempo libero che a casa mi è ovviamente negato, per scrivere il più possibile per il blog, mi ero portato presuntuosamente il computer e pensavo di darci dentro fino a notte inoltrata.
Invece mi sono sdraiato sul letto, vestito e con le scarpe ai piedi, e ho cominciato sì a battere sui tasti, ma quelli del telecomando, stabilendo con ogni probabilità il record italiano di zapping, finchè non mi sono addormentato.
1 commento:
l'albergo ha questa forza. capita sempre anche a me.
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