lunedì 8 luglio 2024

The longest nite (1998)



Mentre Hong Kong si prepara all'handover (il passaggio da colonia del Regno Unito alla Cina), la regione di Macao vive una fase delicata dei rapporti tra le organizzazioni malavitose. C'è una taglia da cinque milioni sulla testa dei due boss locali che fa gola a molti killer dentro e fuori il territorio e, soprattutto, nessuno conosce chi abbia attivato questa ricompensa. Il poliziotto violento e corrotto Sam e il misterioso Tony si fronteggiano nella notte decisiva per evitare (o scatenare) una sanguinosa guerra tra bande.

Film realizzato a basso costo, girato in pochi giorni e utilizzando una manciata di location, The longest nite è davvero un gioiello noir, violento, spietato e senza possibilità alcuna di redenzione per i suoi protagonisti. Il regista accreditato è Patrick Yao, della factory Milky Way del grande Johnnie To (una miriade di film leggendari come Election 1 e 2, Breaking news, Vendicami, PTU, Drug war) che, col tempo, si è appropriato della pellicola, sostenendo che l'apporto di Yao è stato insignificante, se non controproducente. 
Ciò premesso, che siano state la tensione tra gli autori o le ristrettezze economiche ad aver messo ulteriore carburante alla macchina produttiva del film, il risultato è stupefacente, teso, feroce e nerissimo, con alcune sequenze memorabili, come l'inseguimento tra le due auto su corsie parallele divise da file di palazzi, la soluzione individuata da Tony per liberarsi del poliziotto che dovrebbe scortarlo fuori da Macao, o il tributo alla famosa scena finale de  La signora di Shangai di Orson Welles.
Non manca, come di regola nel cinema di genere asiatico, la denuncia sociale della condizione di povertà della maggior parte della popolazione, di una polizia corrotta e violenta che non ha ostacoli nella sua opera di coercizione e prepotenza, di tutta una fascia di criminali di basso rango che sono carne da cannone.

I due protagonisti principali, Tony Leung Chiu-Wai (tra gli altri Hard boiled, Chinese odyssey, Infernal affair) e Sean Lau, attori molto noti in patria, prima di questo film non avevano prestato la loro arte a personaggi negativi che si spingono oltre la figura dell'anti-eroe, laddove le loro azioni di eroico non hanno davvero nulla e anzi.

Grandi atmosfere notturne, una tensione costante, violenza e ralenty da scuola del cinema (honkongese). 
Mancavo da un pò dal noir asiatico e recuperarlo è stata una quanto mai necessaria e salutare boccata d'ossigeno 

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