lunedì 28 agosto 2023

LA Guns, Black diamonds (2022)


Il disco che non t'aspetti. 
Tracii Guns e Phil Lewis si devono sicuramente essere rotti le balle di assistere a tutto il consenso raccolto da sti giovani virgulti che, guardando unicamente indietro, dai Greta Van Fleet ai Dirty Honey ai (sigh) Maneskin, raccolgono consenso e stadi pieni. Phil, in particolare, boomer della generazione che ha vissuto in tempo reale i modelli originali. - Adesso gliela facciamo vedere noi - sono certo si siano detti. - Ma ti pare che una band da marciapiede come la nostra - avranno continuato - può farsi pisciare in testa da due segaioli? - . - Tzè, certo che no. Per cui diamoci dentro, fosse l'ultimo disco che facciamo - .

Non è la prima volta, dalla ricongiunzione dei due leader della band, che gli L.A. Guns sfornano un album di tutto rispetto, ma la differenza dai recenti dischi coi controcazzi, com'erano ad esempio The missing peace e The devil you know , sta nell'allargamento al meglio dell'hard rock classico dei settanta (e non solo) del perimetro creativo del combo. 
Il balzo sulla sedia, causato dalla distanza tra le aspettative glammettone e il lavoro che hai tra le mani, è immediato. Bastano padiglioni auricolari funzionanti e l'attacco one hundred per cent zeppeliniano dell'opener You betray per realizzare la straordinaria, rinnovata cazzimma dei reduci dei tempi d'oro del Sunset Strip a Hollywood.

All'irritazione di cui in premessa non è da escludere l'aggiunta di una furente indignazione per (tolto un ridotto zoccolo duro di appassionati) la sostanziale indifferenza che li ha avviluppati, nonostante, tra gli eroi (benchè commercialmente minori) di quella stagione di lacche e spandex, siano gli unici superstiti in grado di produrre ancora musica rilevante (vero Guns 'n' Roses, Motley Crue, Poison & co?) nel dignitosissimo solco della propria storia. 

E' di questo sentimento che si nutre il perfetto sleaze-rock Wrong about you, che ci accompagna come meglio non si potrebbe ad una delle romantic metal ballad più intense, per musica e liriche, che mi sia capitato di sentire da molto tempo a questa parte, Diamonds.
Nell'impasto di suoni perlappunto sleaze, glam, HR, metal, lungo la tracklist riaffiorano non solo di nuovo i Led Zeppelin (Gonna lose), ma finanche i Beatles (forse filtrati dagli Enuff 'z' nuff) con la sognante Crying.

La musica vada dove deve, con decine di bands molto più fighe e trendy dei L.A. Guns, ma niente può togliere a Black diamonds il suo valore, meritato esclusivamente sul campo, non grazie a studiatissime e raffinate strategie di marketing. 

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