L'onorevole Giacinto Puppis, esponente di punta del partito cattolico di centro, dopo aver già occupato il posto di premier, aspira a diventare, sostenuto dagli alti prelati del clero, Presidente della Repubblica. Il politico è un fervente bigotto, ma negli ultimi tempi è assalito da incontrollabili raptus, vere e proprie pulsioni verso le donne, che non riesce a controllare nemmeno in pubblico. Per questo viene mandato in un convento per un periodo di esercizi spirituali. Nel frattempo mafia, vaticano, forze dell'ordine e servizi segreti deviati muovono ognuno i propri fili per un'occupazione occulta dei poteri dello Stato.
Innanzitutto, dietro il titolo da commedia scollacciata tipica del periodo si cela una satira politica feroce, che, se contestualizzata, mantiene la sua forza feroce nonostante le revisioni, le censure e i tagli imposti. Inoltre, anche in un film che doveva mostrare tette e culi un tanto al chilo per avere quel pruriginoso appeal da italico post bigottismo che riempiva le sale, Fulci si ritaglia alcune sequenze tecnicamente memorabili (su tutte la lunga parte onirica), da grandissimo quale egli era.
Lo stesso regista, per quest'opera, che per un periodo fu persino sequestrata con la scusa dell'oscenità, passò i suoi guai, sostenendo che subì un periodo di "sorveglianza" e che gli fu messo il telefono sotto controllo.
Quanta nostalgia per il cinema di quegli anni, per la libertà artistica di cui godevano gli artisti e per il coraggio dei produttori. Tutta roba oggi neanche lontanamente immaginabile.
Ci sono voci che sostengono che Colombo sia stato l'unico Pres del Cons gay. Te la butto lì. Il che renderebbe il tutto ancor più divertente.
RispondiEliminaQuindi a lui lo buttavano da un'altra parte
RispondiEliminaeccerto
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