lunedì 6 giugno 2022

WandaVision (2021)



Dopo gli eventi di Avengers Endgame ritroviamo Wanda Maximoff e Visione (che sappiamo essere morto nel corso degli eventi legati a Thanos) vivere assieme in un contesto che richiama quello delle sit-com americane degli anni cinquanta. Come può essere possibile?

Sono arrivato alla visione di questa serie dopo aver visto l'ultimo buon film di Sam Raimi su Doctor Strange, che ha un collegamento, non indispensabile per apprezzare il film, ma comunque importante con WandaVison. Con mio stupore mi sono trovato davanti un serial che per almeno due terzi dei suoi nove, brevi, episodi si segnala come uno dei più audaci, spiazzanti e geniali visti di recente, soprattutto se si pensa al pesante vincolo della countinuity con il Marvel Cinematic Universe. 

Praticamente impossibile evitare gli spoiler in fase di commento, quindi ti consiglio, se non l'hai visto, di fermarti qui. 
L'innovativa idea degli sceneggiatori è quella di far elaborare a Wanda  (un personaggio che per molti anni nei fumetti è stato minore, quasi folkloristico, per poi assurgere ad un ruolo centrale in bilico tra il bene il male, con poteri enormi) il lutto per la perdita di Visione facendole assumere, grazie alle sue capacità telepatiche/sovrannaturali, il controllo degli abitanti di un'intera cittadina del New Jersey, Westview, nella quale ricreare un suo mondo perfetto modellato sulle sitcom americane con cui è cresciuta e nel quale riesce a ricreare il marito Visione e persino due figli.
Si genera così un senso di meraviglioso sbigottimento nell'assistere, episodio dopo episodio, assieme all'evoluzione degli eventi, a quella storica delle serie americane, con gli annessi cambiamenti di sigle e di stile, dai cinquanta fino agli anni zero, 
Quasi un esperimento televisivo per almeno quattro dei nove episodi della serie, solo nel quinto infatti gli autori cominciano ad allargare il plot all'esterno di Westview, e da questo punto in avanti il crescendo fino all'inevitabile scontro finale, questo sì canonico, ma che risulta meno ovvio delle ultime produzioni Marvel, proprio in virtù della lunga e straniante fase di avvicinamento ad esso.

E' nota la strategia della Marvel di allargare la continuità dei suoi film anche alle serie, un intento che mira a fidelizzare ancora di più gli spettatori. Questa cosa pare che funzioni (non nel mio caso, ho mollato per noia al secondo episodio Hawkeye e Moon Night) ma attenzione, perchè è la stessa dinamica che la Marvel aveva adottato nei fumetti e che l'aveva portata ad implodere: per capire un albo dovevi averne letti altre decine prima e l'effetto era la fuga dei lettori verso lidi meno cervellotici. 
WandaVision mi sembra però faccia storia a sè, in virtù di un'idea tra il nostalgico e il rivoluzionario e nondimeno grazie di due interpreti semplicemente strepitosi, Elizabeth Olsen (Wanda), in grado di passare da un registro all'altro con una naturalezza fuori dal comune, e Paul Bettany (Visione), che trasforma la freddezza di un androide in coolness d'altri tempi. 

Segnalo per i Marvel-nerd dei fumetti, la puntata 1x6 a tema Halloween, nella quale i due protagonisti si vestono come i characters dei fumetti anni settanta/ottanta. Un colpo basso che strappa un nostalgico sorriso.



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