giovedì 24 febbraio 2022

Tre piani (2021)


In un elegante palazzo di Roma si intrecciano le storie di tre gruppi familiari: il primo composto dagli anziani giudici Vittorio e Dora e dal figlio Andrea, colpevole di omicidio stradale, il secondo dalla neo-mamma Monica, spesso lasciata sola dal marito, e il terzo da Lucio e Sara, che temono che la propria figlia di sette anni sia stata abusata da un anziano vicino di casa al quale erano soliti affidarla.

Colgo la critica costruttiva che qualcuno ha sollevato, in merito al fatto che il blog parli esclusivamente bene dei film oggetto delle recensioni. Questo ovviamente succede perchè pubblicando poco (uno, massimo due scritti, ma a volte anche zero, a settimana) tendo a privilegiare quelle opere che mi hanno lasciato qualcosa, mentre nei voti dei consuntivi bimestrali le stroncature non mancano mai.
In ogni caso a sto giro faccio un'eccezione, perchè di Tre piani, l'ultimo film di Nanni Moretti, mi è piaciuto davvero poco, per non dire nulla. Il problema più grave, nonostante un soggetto, tratto dall'omonimo romanzo di Eshkol Nevo, con tutte le carte in regola per essere appassionante, è la regia, soprattutto in relazione alla direzione degli attori. Eppure il cast dava in questo senso delle garanzie (al netto di Scamarcio, che detesto, ma è una cosa mia), con la presenza della Buy, di Alba Rohrwacher, dello stesso Moretti, oltre che di Tommaso Ragno e altri noti caratteristi del nostro cinema. Purtroppo questa qualità è stata gestita in maniera approssimativa, con più di una sequenza letteralmente imbarazzante, cito su tutte il pestaggio di Vittorio/Moretti da parte del figlio e il pianto di Lucio/Scamarcio davanti alla finestra della scuola, sequenze che a mio avviso non sarebbero state giudicate buone nemmeno per Gli occhi del cuore. E ho detto tutto. In questo contesto anche chi si salva (Buy e Rohrwacher) appare spaesato, dentro il mare di prove dozzinali in cui si trova. 

Aggiungo che l'utilizzo di taluni temi emotivamente intensi quali i rapporti genitori figli, la vecchiaia e i rimpianti che sopraggiungono nell'ultima fase della vita sembra vengano messi in scena come spuntata arma di commozione di massa. Beh, mentre a Cannes il pubblico ha tributato a Tre piani una standing ovation di undici minuti, nel mio caso  la leva subdola della facile emotività non ha raggiunto l'obiettivo di superare la sospensione dell'incredulità e nascondere gli enormi difetti tecnici di un film che sembra quasi fatto controvoglia. 

In programmazione e on demand su Sky

2 commenti:

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