In un elegante palazzo di Roma si intrecciano le storie di tre gruppi familiari: il primo composto dagli anziani giudici Vittorio e Dora e dal figlio Andrea, colpevole di omicidio stradale, il secondo dalla neo-mamma Monica, spesso lasciata sola dal marito, e il terzo da Lucio e Sara, che temono che la propria figlia di sette anni sia stata abusata da un anziano vicino di casa al quale erano soliti affidarla.
In ogni caso a sto giro faccio un'eccezione, perchè di Tre piani, l'ultimo film di Nanni Moretti, mi è piaciuto davvero poco, per non dire nulla. Il problema più grave, nonostante un soggetto, tratto dall'omonimo romanzo di Eshkol Nevo, con tutte le carte in regola per essere appassionante, è la regia, soprattutto in relazione alla direzione degli attori. Eppure il cast dava in questo senso delle garanzie (al netto di Scamarcio, che detesto, ma è una cosa mia), con la presenza della Buy, di Alba Rohrwacher, dello stesso Moretti, oltre che di Tommaso Ragno e altri noti caratteristi del nostro cinema. Purtroppo questa qualità è stata gestita in maniera approssimativa, con più di una sequenza letteralmente imbarazzante, cito su tutte il pestaggio di Vittorio/Moretti da parte del figlio e il pianto di Lucio/Scamarcio davanti alla finestra della scuola, sequenze che a mio avviso non sarebbero state giudicate buone nemmeno per Gli occhi del cuore. E ho detto tutto. In questo contesto anche chi si salva (Buy e Rohrwacher) appare spaesato, dentro il mare di prove dozzinali in cui si trova.
Aggiungo che l'utilizzo di taluni temi emotivamente intensi quali i rapporti genitori figli, la vecchiaia e i rimpianti che sopraggiungono nell'ultima fase della vita sembra vengano messi in scena come spuntata arma di commozione di massa. Beh, mentre a Cannes il pubblico ha tributato a Tre piani una standing ovation di undici minuti, nel mio caso la leva subdola della facile emotività non ha raggiunto l'obiettivo di superare la sospensione dell'incredulità e nascondere gli enormi difetti tecnici di un film che sembra quasi fatto controvoglia.
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