giovedì 22 ottobre 2020

Fino all'inferno (2018)


A causa di un debito d'onore contratto con il boss locale Vincent Costello, Rusty (Roberto D'Antona) e la sua banda di criminali devono mettere assieme una grossa somma economica per evitare che uno del gruppo, l'ingestibile cugino, venga ucciso per ritorsione. Rapina dopo rapina i tre si avvicinano alla cifra necessaria, fino a quando, a seguito di una sparatoria rocambolesca, si imbattono in una donna e in suo figlio adolescente, anche loro in fuga, ma da qualcosa di ben più terribile.

L'ho detto e lo ripeto fino allo sfinimento: chiunque in Italia abbia l'ardire di provare a rilanciare gli antichi fasti del cinema di genere, per quello che vale, ha il mio appoggio incondizionato. In questo caso poi si tratta di Roberto D'Antona, che questo progetto ce l'ha in mente da sempre, avendo diretto e interpretato anche una serie tv crime (The reaping), un horror (The wicked gift) e un fantasy (The last heroes), a dimostrazione di un'inesauribile passione per il cinema d'intrattenimento.

Nel caso di Fino all'inferno, action con sfumature horror e passaggi comedy, l'entusiasmo di D'Antona nel girare questo film a basso budget, chiaro omaggio ai classicissimi d'azione americani ed orientali degli anni ottanta (John McTiernan; Richard Donner; Mark L. Lester o John Woo, più che i citati Carpenter e Raimi), è totalmente contagioso e fa passare in secondo piano una recitazione simpaticamente amatoriale e dei dialoghi (volutamente?) scolastici, garantendo quasi due ore di divertimento fuori dagli schemi (italiani).

Spiace solo non essere riuscito a vederlo al cinema, per contribuire in maniera fattiva a sostenere questo nuovo cinema nostrano che tenta faticosamente di crescere. Sarà, spero, per la prossima pellicola di Roberto. Per il momento lo abbraccio forte e gli auguro una lunga e prosperosa carriera.


P.S. Fino all'inferno, così come The wicked gift e The reaping , è disponibile su Amazon Prime Video.

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