giovedì 3 settembre 2020

Ritorno al cinema, parte 2 (+ Tenet)

Qualche settimana fa avevo raccontato il mio entusiasmo nel poter rivedere un film su grande schermo, grazie all'arena allestita nella mia città.
Il 19 agosto invece le sale hanno riaperto per davvero, e si è tornati a respirare quella che per me resta la grande magia della condivisione collettiva di un'opera cinematografica.
Grande merito del rilancio dei film proiettati dove gli compete è di Christopher Nolan, che ha tenacemente rifiutato, a differenza di altri (che certo,  avevano meno potere contrattuale), di diffondere la sua ultima opera, Tenet, attraverso lo streaming. Si è invece limitato a ritardarne di qualche settimana l'uscita, scommettendo sugli spettatori paganti. Azzardo vincente (anche grazie alla pressochè totale assenza di concorrenza di altri titoli nuovi, va detto), se nei primi giorni di programmazione il film ha incassato, solo in Italia, più di due milioni di euro. 

Detto del valore salvifico per l'intero "sistema cinema" di Tenet, dovrei fare due parole anche su quello artistico, e qui la faccenda si complica. Diciamo che aiuterebbe una seconda visione per assimilare il gran lavoro degli effetti speciali e delle folli scene d'azione, con i personaggi e le esplosioni che agiscono simultaneamente sullo schermo, ma andando qualcuno in avanti e qualcuno indietro, per effetto di una complicatissima teoria sull'entropia del tempo, alla base dello spunto della storia.
L'impressione è tuttavia che questa spy story non sia l'opera migliore di Nolan e che il gran lavoro di spiegazione dietro i viaggi nel tempo non equivalga ad un analogo impegno sulle psicologie dei personaggi, tagliate con l'accetta, e sui dialoghi, abbastanza scontati.
Molto buone le interpretazioni di Kenneth Branagh (il villain) e Robert Pattinson (co-protagonista), mentre è fin troppo schematica quella del lanciatissimo John David Washington (figlio di Denzel) novello James Bond nero, reduce dall'invece convincente prova di Blakkklansman.
Di certo si tratta di un film da vedere per apprezzarne regia, montaggio e spettacolarità oltre che per farsi un'idea propria, al netto che, con budget enormemente inferiori a Tenet (costato oltre duecento milioni di dollari), sul tema paradossi temporali, sono stati girati negli ultimi anni dei gioiellini totalmente ignorati, che mi tolgo lo sfizio di segnalare, così, tanto per fare lo snob: Regression (USA, 2015, di Alejandro Amenàbar) e Timecrisis (Spagna, 2007, di Nacho Vigalondo).

Buona visione in sala.


Tenet: ecco il poster italiano del film in uscita il 26 agosto

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