lunedì 16 ottobre 2017

The leftovers, stagioni 1,2,3


Il 14 ottobre 2011 centoquaranta milioni di persone in tutto il mondo (circa il 2% dell'intera popolazione del globo) spariscono dalla faccia della terra. Un attimo prima erano seduti davanti a te sulla carrozza di un treno, al tuo fianco al cinema, in fila per entrare allo stadio e l'attimo dopo sono dissolti nel nulla. La sparizione è molto democratica e colpisce in egual misura uomini e donne, vecchi e bambini, ricchi e poveri, sconosciuti e VIP.
Detta così potrebbe essere la trama di una produzione di fantascienza, e lo sarebbe, se nello sviluppo si concentrasse sulle ragioni delle sparizioni e magari su un gruppo di scienziati-eroi che sfidano il fato cercando la verità.
Invece la grandiosità di The Leftovers, serie recentemente conclusasi con la terza stagione, sta nel focalizzarsi sulle vite dei superstiti e soprattutto sulle conseguenze sulla società che, incapace di razionalizzare l'incredibile evento, sostanzialmente impazzisce, generando anticorpi tanto folli quanto, ahimè, credibili.
Vediamo così il proliferare di sette, veri o presunti santoni, chiese improvvisate, individui senza scrupoli che estorcono denaro ai superstiti, città elette a santuari, atti di violenza insieme a gesti di misericordia.

Seguiamo soprattutto il gruppo di protagonisti, interpretati da un cast non meno di eccezionale, capitanato da Justin Theroux, che interpreta Kevin Garvey, tormentatissimo chief della polizia di Malpeton, NY, dove la storia prende spunto. Attorno a lui la moglie Laurie (Amy Brenneman), ex terapista entrata in una delle sette più importanti del post 14 ottobre, i loro due figli Tom e Jill (Chris Zylka e Margaret Qualley), il padre Kevin Garvey sr (Scott Glenn) e, soprattutto, il reverendo Matt Jamison e la sorella Nora Durst (a cui l'evento ha strappato l'intera famiglia composta da marito e due figli), caratterizzati in maniera indimenticabile dagli attori Christopher Eccleston e Carrie Coon.

Impossibile sintetizzare la trama, soprattutto in una recensione che tratta la serie completa e non una singola stagione. Preferisco allora lasciare emergere sensazioni ed emozioni di un'opera che muove molto per simbolismi, che indaga attraverso fughe oniriche, che si avventura nei limbi post mortem, che prende la deriva del grottesco e che non teme di premere a fondo il pedale del depistaggio ai danni dello spettatore. Su tutto, una serie che a più riprese coinvolge fino alle lacrime e che mette in scena un gruppo di protagonisti totalmente disfunzionali (il termine anglosassone fucked up chiarisce bene il loro stato mentale) sul quale svetta una coppia, quella formata da Garvey jr/Durst, mai vista prima per intensità e tratti anticonvenzionali. Basterebbe dire come sia il desiderio di morte l'elemento emotivo unificante i diversi tratti caratteriali dei protagonisti, che supera ogni altro sentimento più nobile (amore, passione, unità familiare), e che viene individuato come unica soluzione ai laceranti dolori della perdita.

Una serie totalmente anomala e coraggiosa nelle soluzioni narrative e scenografiche, che mostra un mondo impazzito a causa dell'incapacità di trovare il bandolo della matassa di un evento così incredibile e tragico, elude la trappola di concludersi senza dare una spiegazione allo spettatore (eventualità che personalmente davo per certa), e la fornisce in maniera disarmante ma, anche qui, efficace, seppur forse un po' consolatoria.
The Leftovers è stata capace di trasmettere emozioni sconquassanti anche grazie ad una colonna sonora sostenuta da un main theme strumentale struggente, oltre che da una selezione di brani che hanno saputo spaziare in maniera schizofrenica dal pop al rock all'opera alla classica alle silly-songs, contribuendo allo straniamento complessivo del telespettatore.

Chiudo con la breve sintesi dell'episodio 05X03, che racchiude in sè la folle quintessenza della serie: un marinaio francese a bordo di un sottomarino nucleare di stanza nel pacifico si denuda completamente (nudo maschile frontale), comincia a correre in direzione camera (nudo maschile frontale in movimento), si barrica nella stanza dei bottoni e, con una ardita posizione del corpo, preme entrambi gli interruttori, scatenando l'esplosione nucleare delle testate a bordo. I nostri protagonisti, tra i quali Nora e il fratello, il reverendo Jamison, sono in volo per l'Australia, dove già si trova Garvey jr. A causa dell'esplosione nucleare, tutto il traffico aereo viene bloccato e l'unico modo di arrivare velocemente nella terra dei canguri è prendere una nave dalla Tasmania. La sola nave disponibile in breve tempo è stata però affittata per una festa privata da una setta di depravati che vuole usare la crociera per sfogare ogni tipo di istinto sessuale senza convenzione alcuna. Quando il prete Jamison chiede di poter salire, dopo una breve trattativa, viene posta una condizione: se racconterà la barzelletta più sporca che conosce, ed essa sarà apprezzata, potrà salpare insieme ai suoi amici. Questa la barzelletta del reverendo: "Qual è la differenza tra un brufulo e un prete? Il brufulo almeno aspetta che il ragazzo sia adolescente prima di venirgli in faccia". 

(Anche) Questo è stato The leftovers, una serie senza regole e senza competitors. 

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