giovedì 10 novembre 2016

Doctor Strange

 
Ecco, non si può dire che sia mai stato un grande fan de il Dottor Strange (detto all'italiana), al contrario le sue storie mi hanno sempre piuttosto annoiato, non essendo occultismo e magia campi da gioco nei quali mi piaceva cimentarmi.
Certo, le sue prime storie a fumetti, anche grazie alle matite, prima del suo creatore Steve Dikto poi di Bill Everett fino a Gene Colan, esplodevano le pagine degli albi in una tavolozza di colori e immagini lisergiche, psichedeliche che probabilmente ben si sposavano con la sotto cultura degli anni 60/70.
Ma la passione, quella che mi faceva stazionare davanti all'edicola in attesa dell'uscita dei nuovi numeri de L'Uomo Ragno o Capitan America, quella non si è mai accesa.
Storia diversa per la trasposizione cinematografica del personaggio. I Marvel Studios stanno cominciando a terminare i characters nuovi da lanciare al grande pubblico, e allora ben venga il turno del mago dei maghi, che in fin dei conti è pur sempre uno degli eroi dotato di maggior potere in tutto l'universo fumettistico.
Senza stare ad entrare nel merito della storia, mi limito a sintetizzare che non siamo sui livelli delle migliori produzioni supereroistiche degli ultimi anni (I Guardiani della Galassia su tutte, e anche Deadpool), ma che se il film si lascia vedere è soprattutto merito delle convincenti prove attoriali del britannico Benedict Cumberbatch (Dr. Strange), di un Mads Mikkelsen ormai abbonatissimo ai ruoli da villains (oltre a Hannibal Lecter pensate anche all'ultimo, innovativo, spot della Ford) e Tilda Swinton. Di rilievo anche gli effetti speciali, che al posto delle canoniche sequenze di distruzione propongono una sorta di accartocciamento della realtà, attraverso un movimento "a meccanismo d' orologio" di strade e palazzi.
Già previsto il sequel, così come il link con gli Avengers.
 
Per il ragazzino dentro di noi che non vuole saperne di andarsene.

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