lunedì 25 luglio 2016

Don Winslow, Il potere del cane

Ho acquistato Il potere del cane diversi anni fa, prima ancora de L'inverno di Frank Machine (recensito qui),  in un periodo nel quale, ahimè,  la mia fase di regressione dalla lettura ha fatto rimbalzare le sue settecento pagine direttamente sullo scaffale, dove è rimasto ad accumulare  polvere fino a qualche settimana fa.
L'occasione di riprenderlo nasce innanzitutto da un nuovo, vorace, appetito verso i libri e dal desiderio di sfamarlo cibandomi di un noir con forti connotazioni di realismo.
Sono stato accontentato solo in parte, perché,  se da un lato nessuna critica si può muovere a Winslow per l'enorme affresco corale realizzato su un orizzonte temporale che copre un quarto di secolo (dalla metà dei settanta alle soglie degli anni zero) di vicende legate al narcotraffico messicano, attraverso le gesta di validi personaggi letterari come Art Keller (agente DEA ), Sean Callan  (killer irlandese), Aden Barrera  (capo del narcotraffico), mafiosi, puttane e assassini, nonché di un sottobosco di agenti segreti braccio armato delle politiche imperialiste degli USA dei 70/80, dall'altro, il romanzo lascia emergere chiaramente tutti quelli che, a mio sommesso parere, sono i difetti del writing di Winslow, già evidenziati in Frank Machine.
La costruzione dei personaggi, per dirne una, segue i classici cliché del genere, senza sorprese o particolari sfaccettature. I personaggi femminili sono deboli e poco credibili. Si apprezza in questo senso lo sforzo fatto dall'autore di dare profondità al character  di Nora, prostituta d'altissimo bordo  che si scopre nobile d'animo e altruista, ma il tutto, ahimè, risulta proprio poco verosimile. Il sesso appare sempre morboso e misogino, anche se sono sicuro che questa non sia la volontà dell'autore. Diciamo che il suo modo di portare al lettore sequenze di rapporti sessuali (e non d'amore) è probabilmente questa. I dialoghi infine sono davvero scadenti e scontati, soprattutto in relazione alla buona complessità della trama.

Portare a termine un romanzo di oltre settecento pagine, in una fase in cui il tempo libero è più limitato delle corsie disponibili sulla Salerno Reggio Calabria d'estate,  significa che comunque il plot ha tenuta e solidità, e di questo va sicuramente dato il giusto riconoscimento al buon Winslow.
Senza l'approssimazione degli aspetti di cui sopra però, Il potere del cane sarebbe potuto diventare una pietra angolare del genere e non solo un buon romanzo.
Peccato.

2 commenti:

  1. E pensa che il seguito, Il Cartello, non solo è più lungo, ma è anche dieci volte più bello.

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  2. Azz! C'è anche il sequel! Non lo sapevo...

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