lunedì 10 marzo 2014

Del mio tempo libero

Leggevo su Repubblica di mercoledì un'interessante inchiesta sull'ultima, ulteriore, rivoluzione dell'intrattenimento globale. Bel dispetto per quelli come me, che non si sono ancora del tutto abituati all'idea di avere musica, film e libri "liquidi" e compressi dentro al proprio hard disc, ed ora sono messi davanti alla prospettiva di ricominciare da capo.
Il futuro, un po' ce ne eravamo accorti anche noi giurassici, pare infatti sia nello streaming: PC, notebook, smartphone, una connessione veloce e il gioco è fatto. Puoi avere qualunque cosa mantenendo pressoché vergine il disco fisso del tuo computer. Restando nel legale, con un abbonamento mensile di una decina di euro puoi ascoltare con Spotify o Deezer (quasi) tutta la musica che vuoi e lo stesso puoi fare con film, serie tv e intrattenimento, grazie a piattaforme che stanno nascendo e sviluppandosi in fretta.
Ma, nonostante le apparenze, non è questo l'aspetto dell'inchiesta che mi ha colpito maggiormente. Della progressiva scomparsa dell'oggetto fisico mi sono già lagnato a sufficienza in passato. Alla fine cerco di godermi the best of both world, digitale e analogico, e mi sembra ormai di barcamenarmi anche piuttosto bene.
Il punto è invece l'aspetto che gli articoli hanno dedicato a come viene rivoluzionato il fattore tempo di ogni singolo individuo e dunque come, grazie alla possibilità di avere tutto l'intrattenimento desiderabile in qualunque momento lo si desideri, si possa ipotizzare un'esistenza no-stop, nella quale il sonno viene sacrificato sull'altare dell'offerta 24/7.
Anche in questo caso mi affranco dal pericolo veglia permanente, vista la mia scarsa resistenza a rimanere sveglio la sera, però è un fatto che se cedi anche solo un poco ai numerosi stimoli a cui sei sottoposto, sei posto davanti al dilemma di come suddividere la scarsa risorsa del tempo libero a tua disposizione per il numero di attività d'intrattenimento a cui vorresti dedicarti.
La ragione per la quale sto scrivendo un po' meno sul blog (mi ero ripromesso tre - quattro post a settimana, mi sto attestando intorno alla metà, rimanendo tuttavia fedele alla mia regola di evitare riempitivi copiaincollati come video, links o altrui scritti), oltre ad un periodo di scarsa ispirazione, è anche questa: sto leggendo di più (non ci voleva molto, visto che di recente mi ero attestato a livello zero), guardando più film e serial, ascoltando musica più per passione che per "dovere".
Non so se da un punto di vista di arricchimento personale sia più intellettualmente proficuo sforzarsi di scrivere qualcosa di decente a giorni alterni o immagazzinare quanta più cultura (per chi, come me, continua a ritenere tale musica pop, letteratura e cinema/fiction di qualità) possibile rimandando a tempi (e ispirazione) migliore ogni velleità creativa.
Per adesso mi accontento di pormi il quesito.

2 commenti:

  1. Mah, visto che non scrivi per lavoro ma per diletto direi che è giusto dilettarsi. E poi, come ti ho sempre detto, per come la vedo io meglio pochi post ma di buona qualità, piuttosto che tanti "tirati via" dai cui pescare quelli ispirati...

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  2. Mah,sai, nel mio caso non è detto
    che ridurre il post significhi
    automaticamente migliorarne la qualità...

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