A quasi vent'anni dalla sua uscita nelle edicole, con il numero 207, chiude Jam, rivista musicale che si occupa(va) di rock (termine come sempre da considerare in senso ampio) d'annata e dei grandi interpreti di questo sconfinato bacino musicale e culturale.
In tutta onestà non sono mai stato un lettore fedele della pubblicazione, l'ho sempre comprata occasionalmente, preferendogli in genere, quando volevo leggere qualcosa che andasse a pescare in quel contesto lì, il Buscadero o il Mucchio Extra (inarrivabile nella sua eccellenza).
Nonostante ciò, sarà per il mio approccio dinosaurico al rock, ho sempre guardato alla rivista con sincero rispetto, in cuor mio felice che nelle edicole (e quindi nell'interesse di qualcuno) esistesse un giornale che si occupasse di quel target a me tanto caro.
Mi rendo conto che oggi, tra crisi globale, difficoltà ad intercettare risorse dalla pubblicità, sovraffollamento del segmento specifico old style (le corazzate Rolling Stone e Classic Rock, le piccole ma appassionate Classix e Classix Metal nonchè le recenti conversioni tematiche di progetti storici come Blow up) e contrazione del mercato, resistere con una rivista di questo tipo sia diventato ai limiti dell'impossibile.
Infatti Jam conclude la sua storia nelle edicole.
Nell'editoriale del direttore si conferma invece la continuità della versione on-line della rivista.
Per quello che vale ho ritenuto di salutare questa avventura editoriale acquistando l'ultimo numero, malinconico ma orgogliosamente celebrativo, rappresentato in copertina da un famoso scatto di Jim Morrison e dal richiamo alla celeberrima The End dei suoi Doors.
Goodbye and hello.
Non lo sapevo che Jam fosse arrivata alla fine della corsa! Devo dire che mi dispiace parecchio, gran brutta notizia. Naturalmente corro a comprare l'ultimo numero, grazie per l'informazione!
RispondiEliminaTemo non sia l'ultima brutta sorpresa che ci riserva la crisi nell'editoria musicale...
RispondiEliminaNon ho mai amato particolarmente la rivista, ma è una notizia che fa male comunque. E purtroppo non sarà l'ultima...
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