Quando gli svizzeri Krokus, dopo un esordio come band prog-rock, virarono il loro sound sintonizzandolo su quello degli AC/DC, il settore musicale ed i media non erano così concilianti con chi copiava, ahemm, si ispirava alle più importanti icone rock del globo. Se Metal Rendesvous, disco che gli elvetici pubblicarono nel 1980, uscisse oggi, sarebbe probabilmente accolto con la simpatia riservata a quanti fanno revival del suono hard-rock dei Black Sabbath, dei Led Zeppelin, e degli eisidisi, invece di trascinarsi appresso, insieme ad un buon numero di copie vendute, accuse di plagio come se piovesse. Il problema, si sa, sta tutto nella prospettiva temporale. Il 1980 era troppo a ridosso al picco di celebrità delle band di riferimento dei Krokus rispetto a quanto accade oggi ai nuovi gruppi di replicanti, visto che dai settanta di anni ne sono trascorsi una quarantina.
Tra varie vicessitudini e diversi turnover sono tre i componenti storici superstiti dalla formazione dei Krokus del 1980 (Von Rohr, Storace e Von Arb) che oggi danno alle stampe Dirty dynamite, il nuovo album che, manco a dirlo, non si muove di un passo rispetto al suono consolidato del monicker svizzero. Ma la buona notizia è che va benone così. Il lavoro, sin dall'apertura di Hallelujah Rock and roll, traccia infatti le sue semplici ma inequivocabili coordinate di disco trascinate e divertente senza pretesa alcuna di originalità.
Potremmo star qui giorni a dibattere su quanto, ad esempio, il refrain di Go baby go debba a High voltage, ma vi garantisco che è molto più soddisfacente godersela ad un volume adeguato, sollevando il calice per celebrare Bon Scott e quegli AC/DC.
E' evidente infatti che il core business dell'opera sia contraddistinto dal classico hard-rock-boogie di Angus e soci, ma non possono al contempo mancare richiami al glam metal in generale, e non solo, visto che la tiltetrack potrebbe tranquillamente stare nel repertorio di Graham Parker. Di stampo che più hair-metal non si potrebbe è invece la ballatona Help! (sì, proprio quella dei Beatles).
Insomma, mi rendo conto di quanto suoni banale e abusata, ad epilogo di una recensione, la chiosa it's only rock and roll, ma non trovo aforisma più efficace di questo per celebrare il ritorno dei Krokus. Se vi piacciono gli AC/DC e il glam metal anni ottanta, non fatevelo scappare. In caso invece foste alla ricerca di nuovi, seriosi, predicatori del verbo rock, state alla larga. Per me è un sì.
7/10
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