mercoledì 30 gennaio 2013

I-talians

Nel giorno in cui le prime pagine dei giornali celebrano l'acquisto da parte del Milan del più famoso atleta italiano di colore (parlo ovviamente di Balotelli - lasciamo correre il fatto che solo qualche giorno fa Berlusconi parlava di lui come una mela marcia che mai avrebbe infettato lo spogliatoio milanista, vabè, siamo in campagna elettorale - ) ho scoperto per caso una notizia agghiacciante proprio sulla concessione della cittadinanza italiana agli extracomunitari che al pari di Mario sono nati sul nostro territorio.

Come probabilmente saprete la legislazione italiana prevede che un bimbo nato nel nostro Paese da genitori non comunitari abbia diritto alla cittadinanza solo al compimento dei 18 anni, raggiunti i quali ha comunque un ridotto limite di tempo (circa un anno, entro il compimento dei 19) per decidere se diventare italiano o avvalersi della sua cittadinanza originaria.
Già su questo meccanismo da carpe diem ci sarebbe molto da discutere, ma andiamo oltre.

Sì perchè oggi ho scoperto che sono esclusi dall'applicazione di questa norma (nel senso che le Prefetture proprio non accettano le richieste) i bambini affetti da sindrome di Down
La motivazione, come potete leggere qui è presto detta: le persone nate con questa patologia non sarebbero, secondo i nostri funzionari di Stato, capaci di intendere e volere e quindi di formulare la richiesta di cittadinanza italiana.

Lo so, si fa presto a cedere al confortevole abbraccio dell'indignazione dalle pagine di un blog anonimo che leggono in pochi (e di certo non i destinatari della critica) e che non deve rendere conto a nessuno. 
Ma chi se ne fotte. 
Questa vicenda dimostra ancora una volta che Paese di merda riusciamo ad essere quando ci applichiamo, e la cosa mi fa enormemente incazzare.

1 commento:

  1. Una vera schifezza, degna degli USA che rifiutavano le persone malate che immigravano colà.
    Siamo veramente nel medioevo e la cara chiesa cattolica non dice nulla di questa merda.

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