lunedì 19 novembre 2012

Cheap Wine, Based on lies


Al di là dei complimenti, che non costano nulla e che si sprecano quando si tratta di realtà nostrane, l'elemento che dà la vera temperatura dell'apprezzamento di un gruppo è l'attesa per un nuovo lavoro e lo spontaneo piacere  che si prova nel metterlo su. 
Con i Cheap Wine posso giurare che è esattamente così. Poteste vedere il sorriso che si accomoda sul mio viso già dalle prime note di Based on lies non avreste dubbi a riguardo.

La band dei fratelli Marco (voce e chitarra) e Michele (chitarre) Diamantini giunge al settimo full-lenght in perfetta forma e per l'occasione opera un piccolo, efficace, lifting al suono, grazie all'apporto del nuovo entrato Alessio Raffaelli alle tastiere, che riesce ad innovare il sound senza stravolgerne le caratteristiche consolidate. Che sono, ormai lo sanno anche i muri, quelle del Paisley Underground sound (Dream Syndycate, Thin White Rope, Green on Red...), con riferimenti ulteriori al rock anni settanta di gente come Neil Young, il primo Springsteen e Dylan.

Un suono che quando accelera diventa arioso ed avvolgente, come nell'apertura di Breakaway, ottimo biglietto da visita della nuova direzione della band, chitarre nervose ed armonica, ma anche  qualche spigolo ammorbidito dall'introduzione delle tastiere. Della successiva Waiting on the door, per la quale è stato realizzato anche un video che ha anticipato l'uscita dell'album, si fanno apprezzare le atmosfere chitarristiche confidenziali alla Mark Knopfler, mentre è un grandioso rock and roll su dinamiche boogie quello che contraddistingue Give me Tom Waits, uno dei miei preferiti di una tracklist che coniuga in misura eccellente ballate nervose (Based on lies); lenti evocativi (Lover's grave; On the way back home; The vampire e The stone) a deflagrazioni elettriche (Lost inside e To face a new day).

Dal 1996 ad oggi i Cheap Wine non hanno mai pubblicato un disco meno che eccellente, forse un limite alla loro straordinaria carriera può essere individuato nel non essere riusciti a rilasciare un indiscusso capolavoro che si stagliasse nettamente sugli altri (personalmente sono legatissimo a Ruby Shade, ma anche a Crime stories). Potrebbe essere Based on a lies a rompere questa tradizione? Io glielo auguro con tutto il cuore.

7,5/10



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