lunedì 2 gennaio 2012

New wave of american country music

Austin Lucas
A new home in the old world
(Last chance records) 2011


















Acciuffo per i capelli (quasi) fuori tempo massimo il disco true country dell'anno. E' quello di Austin Lucas, che nasce a Monroe County, Indiana (non ho trovato nemmeno sul suo sito l'anno di nascita, a occhio è intorno ai trenta) ma che poi passa molti anni della sua giovinezza (dal 2003 al 2008) nella Repubblica Ceca,unendosi a diverse band fino ai Guided Cradle(tutt'ora in attività e di stanza a Praga). Nel frattempo incide anche a proprio nome diversi lavori tra EP, full-lenght e raccolte. Wikipedia descrive il suo stile con generi che vanno dal punk al blugrass ma A new home in the old world è prima di tutto un bellissimo album country.


Bastano le prime note di Run around per innamorarsene ed avere al contempo la certezza che non si tratterà di un fuoco fatuo. Lucas dosa infatti le forze da veterano, violino e seconda voce femminile sono sublimi, e lui stesso conduce il gioco con autorità. La prima parte dell'opera si muove tra lenti (Sit down) e pezzi veloci (Darkness out of me, splendida) sempre cavalcando un'ispiratissimo e genuino country classico, brevemente intervallato dal driven rock di Thunder rail , per tornare nei ranghi con una ballata acustica da brividi, Nevada County line. La seconda metà del lotto di tracce cala leggermente in qualità e si sposta più sul folk, ma si fanno comunque notare The grain, con REM e Neil Young a spartirsene la paternità, e la conclusiva Somewhere a light shines incorniciata da una deliziosa cornice di fiati.




Onestamente niente di originale, ma vale un pò il discorso fatto, su coordinate musicali differenti, per Black Keys e Chickenfoot: dietro un prodotto che suona subito classico, perfetto e riconoscibile ben poco è lasciato al caso e molto alla bravura.










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