E' partita da qualche settimana su Fox la serie horror The Walking Dead, tratta dall'omonimo fumetto della Image Comics.
Il serial, la cui prima stagione consta di soli sei episodi, mette in scena un presente alternativo popolato, per cause misteriose, da eserciti di zombie che vagano affamati per le strade alla ricerca di carne viva (umana o animale) di cui nutrirsi.
Rick Grames è uno sceriffo della periferia di Atlanta che rimane ferito in uno scontro a fuoco prima del contagio, e che si sveglia dal coma giusto in tempo per trovare l'ospedale e la città invasi dai non morti e la sua famiglia scomparsa da casa. Si mette allora in marcia, e dopo aver scovato qualche sparuto essere umano che è sopravvissuto perlopiù nascondendosi, scopre la regola principale per restare vivo: evitare ogni tipo di rumore, gli zombie ne sono attratti come falene dalla luce. Ne consegue che usare le armi da fuoco per eliminarli è un'azione mortalmente controproducente.
Devo dire che ho cominciato a guardare The Walking Dead con molta diffidenza. Lo spunto di partenza infatti mi interessava quanto a Mourinho giocare la Mitropa Cup. Col tempo però mi sono ricreduto. Certo, gli zombie a volte provocano effetti di involontaria comicità, ma nel complesso la tensione regge, e ci sono alcune trovate davvero riuscite (ad esempio il protagonista e un socio che per non farsi annusare dagli zombie, si spalmano addosso budella, sangue e resti vari di un morto vivente e percorrono la strada che li separa dalla libertà mischiandosi a queste spaventose creature) oltre a dei congrui cliffhanger al termine di ogni puntata.
Da segnalare la presenza di Sarah Wayne Callies (la dottoressa Tancredi di Prison Break) e gli interessanti cameo dei fratelli Dixon, beceri e razzisti, interpretati dal sempre ottimo Michael Rooker e dal bravo Norman Reedus (Boondock Saints, Blade 2).
Three to go.
1 commento:
Uff...
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