lunedì 1 febbraio 2010

Hombre solo



Sembra incredibile, ma pare che qualcuno sia riuscito ad intrufolarsi nella riservatissima vita privata di Mark Oliver Everett e abbia scoperto che, mentre Hombre Lobo ( uscito qualche mese fa e quasi disco dell'anno per il sottoscritto), fosse stato composto nel momento migliore di una relazione amorosa, quest'ultimo End Times, pubblicato qualche giorno fa, ne racconti la sua fine.
Altri sostengono invece che il disco fosse pronto in contemporanea al suo predecessore, o addirittura prima, e che per ragioni contestualizzate all'umore del suo autore le uscite siano state invertite.

Comunque sia,resta il fatto incontestabile che End Times è un album completamente diverso da Hombre Lobo. Certo lo stile è immediatamente riconducibile a quello del barbuto nerd americano, ma per il resto, laddove c'era desiderio e passione, trovano adesso posto malinconia e solitudine, un canto sommesso, quasi controvoglia, prende il posto dell'ululato del lupo arrapato, persino l'artwork del disco, caldo e rassicurante il primo, freddo e malinconico questo, comunica immediatamente la variazione d'umore del suo autore.

L'album si apre con In the beginning, che potrebbe ricordare nel testo Wonderful tonight di Clapton, non fosse chiarissimo che, a differenza dell'enfasi romantica del pezzo di Slowhand, questo semplice ricordo del protagonista è un brandello di un passato rimpianto, probabilmente elaborato in solitudine davanti ad un bicchire di qualcosa di forte. Nello struggimento di quando "everything was beautiful and free / In the beginning".

Gone man inizia come un pezzo surf, uno di quelli che farebbe la gioia di Tarantino. Il ritmo è allegro e trascinante, le liriche invece tengono la linea: "She used to love me but it's / Over now / That was a good thing that's / Gone man, gone".
Per la serie: battere il piedino veloce mentre i pensieri rallentano e vagano astratti.

In my younger days è davvero bella e struggente. Riporta alle mente In my dreams, ma qui c'è più arrendevolezza, comincia a delinearsi la ineluttabilità della solitudine, che viene combattuta strenuamente, ma che appare inevitabile: "In my younger days / This still would've knocked me down / But I would've just bounced right back, you know /Now I'm a statistic / But I'm not fatalistic / I'm not yet resigned to fate / And I'm not gonna be ruled by hate /But it's strong / And it's filling up my days".

A seguire Mansion of Los Feliz, che ha l'effetto dei raggi di sole che filtrano pigramente attraverso le persiane dopo una notte tormentata.

Dura poco, perchè la splendida A line in the dirt, End times e lo spoken di Apple tree (tra Tom Waits e qualcosa di Steve Earle) ci riportano alla precisa cifra stilistica dell'opera.

Ci pensa la pentatonica veloce di Paradise blues a sollevare un pò spirito e umore del disco, sempre se così si può scrivere di una canzone che accompagna le gesta di un ipotetico terrorista kamikaze (innamorato?).

Nowadays è un altro acme dell'opera, un'armonica fa breccia tra i semplici accordi che accompagnano il cantato. Il pezzo è uno di quelli che rimangono, dall'altissima cantabilità, roba che se gli Eels fossero gli Oasis, Wembley per intero lo canterebbe con gli accendini accesi. "Trouublee is a frieend of miiinee...". Vabè, che ve lo dico affà?
Organo e chitarra elettrica ci svegliano dal dolce torpore della nenia appena ascoltata: è arrivato Unhinged, il pezzo più tirato della collezione. Diamine, ci voleva.

Dal lotto delle tracce finali mi piace rimarcare l'accorato appello di I need a mother (conoscendo un pò le drammatiche vicende familiari di Everett non nevìcessita ulteriori spiegazioni).

End times, pur avendo una produzione casalinga che a tratti appesantisce l'ascolto e una certa ripetività in alcune composizioni riesce a risultare magnetico, a catturare l'attenzione, a rapire le emozioni, pur essendo, in definitiva inferiore al suo recente predecessore.

3 commenti:

  1. Non sono un grande fan di Mr. E., ma questo disco mi ha piacevolmente stupito.

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  2. Non ho ancora scoltato il disco ma... non mi sembrava troppo rassicurante il packangin' dell'altro cd...Insomma, ok il colore giallo, ma il disegno...
    Spero di riuscire ad ascoltarlo quanto prima
    Lisa

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  3. Non hai avuto una percezione
    piacevole solo perchè non hai mai
    fumato un Cohiba...

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