martedì 26 gennaio 2010

I have a dream...




"Combatteremo il terrore con il terrore". Si esprime parafrasando Bush con l'Afghanistan, il cattivissimo colonnello Quaritch prima di iniziare quello che nelle sue intenzioni doveva essere un'indiscriminato massacro di uomini, donne e bambini di una popolazione indigena pressochè indifesa. E' questa dell'ex-marine americano la battuta che più esplicitamente critica la precedente amministrazione USA, ma come si evince già dai trailer, tutto il film è una favola sui valori ecologisti e un potente reminder sui massacri della storia, perpetrati di volta in volta dai conquistadores spagnoli ai danni dei popoli indigeni delle Americhe, dai futuri australiani ai danni degli aborigeni, dei futuri americani ai danni dei pellerossa, nativi americani.

L'affresco dipinto da Cameron è affascinate e curato nei minimi dettagli, alcune particolarità del popolo dei Na'vi (come la loro "connettività" con il loro ambiente e con i loro animali, che riprende in chiave eco-tecnologica quella dei loro ideali antenati terrestri, che vivevano in simbiosi con l'ambiente), intuizioni narrative fantastiche. Gli euro extra spesi per il 3D e il fastidio degli occhialoni, per una volta (la prima!) sono ampiamente giustificati.

A fronte di questa maestosità cinematografica, non si può fare troppo i fighetti e storcere il naso sulla prevedibilità della trama e sulla banalità dei dialoghi, nel nostro essere bambini con la bocca spalancata di stupore davanti alle meraviglie e ai pericoli del mondo di Pandora, è esattamente così che ci piace che sia, un'avventura incredibile e mozzafiato, un sogno.
Un sogno che vogliamo vivere per quasi tre ore. "Anche se poi, alla fine, bisogna svegliarsi", e ricordare che delle popolazioni alle quali rende tributo James Cameron oggi quasi non c'è più traccia.

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