sabato 26 settembre 2009

Appetite for criticism

Vi ricordate dei Prefab Sprout? Il gruppo inglese guidato da Paddy McAloon, singer che cantava come Viola Valentino? A me piacevano, o perlomeno mi piaceva il loro delizioso Steve McQueen, del 1985. Conteneva delle composizioni pop eteree e zuccherose, come i singoli Appetite e When love breaks down, che in qualche modo affermavano una certa personalità nell'ambito della musica commerciale del momento. Nell'arco della loro carriera si sono poi orientati su scelte musicali più indipendenti e meno mainstream, allontanadosi sempre più dai riflettori e aderendo progressivamente allo status di cult band, diradando sempre più le uscite discografiche.


Ma questo non è un post monografico sulla band, è piuttosto un reminder su di un loro singolo. Nel 1988, tre anni dopo il successo (e la causa intentata dalla vedova dell'attore americano) di Steve McQueen, viene annunciato il nuovo ellepì, dal titolo From Langley Park to Memphis. Il disco viene anticipato da un quarantacinque giri dal titolo Cars and girls (qui il video). Il titolo è poco da band inglese, e in effetti dietro a quelle due semplici definizioni (ed a una splendia copertina, postata sotto) si nasconde una sferzante critica nei confronti dei temi (ab)usati da Bruce Springsteen nelle sue canzoni. I primi versi del brano fanno così:


Brucie dreams lifes a highway too many roads bypass my way
Or they never begin. innocence coming to grief
At the hands of life - stinkin car thief, thats my concept of sin
Does heaven wait all heavenly over the next horizon ?

But look at us now, quit driving, some things hurt more much more than cars and girls.

Just look at us now, start counting, what adds up the way it did when we were young ?

Look at us now, quit driving, some things hurt much more than cars and girls.

Bruce all'epoca era all'apice della notorietà, dopo il successo planetario del tour di Born in the USA, era in giro per stadi per l'attesissimo seguito di Tunnel of love. Ovviamente non condividevo l'analisi semplicistica che facevano gli inglesi dell'opera di Springsteen, però tutto sommato un fondo di verità c'era (e se lo pensavo allora da ottuso die-hard fan...), ed è ovvio che un disco non è un trattato accademico, devi andare subito al sodo, e i PS l'hanno fatto con stile, e perchè no, coraggio, viste le sproporzioni delle forze in campo.

Non so se il Boss sapesse dell'esistenza del brano, se si fosse offeso o ne abbia fatto tesoro. Fatto sta che da li a poco (ma probabilmente centra l'essere entrato nei quaranta ed essersi formato una famiglia) il suo songwriting è maturato, ha ampliato i temi, ha raggiunto vette di lirismo in precedenza solo sfiorate.


No, probabilmente non centra nulla Paddy McAloon, ma ogni tanto serve qualcuno che ti rifili qualche calcio nel culo e ti riporti sulla terra, anche se ti chiami Bruce Springsteen.


P.S. Esce proprio in questi giorni, dopo sei anni dall'ultima fatica, il nuovo ciddì dei Prefab Sprout: Let's change the world with music. Bentornati!

1 commento:

  1. Hihi, beh, in fondo non era una critica così cattiva...era solo uno sprone ad ampliare la scelta dei temi. C'è una canzone di Zappa in cui prende in giro Bob Dylan per il suo modo di scrivere testi e di cantare...Mi risulta che Bobby gli chiese pure di produrgli un album...

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