All'inizio di ogni nuova stagione di Lost ti prendono sconforto e apatia. Sembra che non ne puoi più di questo telefilm, che sei pronto a mollare,che la verve della storia è bella che andata. Come sempre invece, bastano poche puntate (in genere 4 o 5) e sei già lì ad aspettare con impazienza quella successiva.
Lost è davvero un prodotto anomalo nell'ambito dei serial. E' mainstream, ma è dannatamente complicato da seguire, fidelizza lo spettatore ma continua a spiazzarlo, risolvendo qualcuno dei suoi numerosi misteri, ma aggiungendone sempre di nuovi. Porta a spasso come bambini i suoi spettatori da ormai più di cinque anni miscelando elementi tipici delle soap ad altri dell'avventura e del mistero, continuando ad aggiungere elementi e sub-plot.
Sono solo a metà della quinta stagione, ma mi sembra di poter dire che se nelle prime serie l'elemento caratterizzante del telefilm sembrava essere il sovrannaturale (erano in molti a pensare che i protagonisti fossero morti e che l'isola fosse una specie di purgatorio), adesso la serie ha virato decisamente sulla science fiction, con annessi salti nel tempo e complessi intrighi spazio-temporali dei personaggi.
Lost ha fatto dei flashback la sua caratteristica strutturale fin dall'inizio. Poi, ad un certo punto poi ha cominciato ad usare i flash forward (senza dirlo, lasciando allo spettatore il tempo per capirlo da solo), adesso si è tornati ai FB, che si incastrano perfettamente ai FF passati riempiendo molti dei buchi narrativi della serie precedente. Un affascinante matassa, che a questo punto dubito si dipanerà del tutto con la prossima, annunciata come ultima, stagione.
Giù il cappello.
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