mercoledì 26 novembre 2008

Pain (and pleasure)


Non li conoscevo nemmeno per sentito dire, gli svedesi Pain, nonostante una carriera che ho scoperto essere già lunghetta, e con il loro deus ex machina, Peter Tägtgren, già produttore di band quali Celtic Frost, Dimmu Borgir e Children of Bodom. Un tipetto inserito insomma.

Questo Cynic paradise, che ho scovato grazie ad una recensione su RockHard, è un insolito e convincente mix tra sound industrial metal, sugli insegnamenti dei soliti Nine Inche Nails e Ministry, e sonorità techno, intese come stile da discoteca. Il lavoro appare (anche a me, che amo poco entrambi gli stili) una riuscita coniugazione tra le diverse anime che concorrono a comporlo, con alcuni degli undici pezzi contenuti, sbilanciati sulla prima (I’m going in; Monkey buisness; No one knows), altri smaccatamente dance floor (su tutti Follow me, che si avvale della partecipazione della cantante dei Nightwish, Annette Olzon ) , e alcune melodie pop ( Have a drink on me) . Quello che davvero funziona nel lavoro, è l’amalgama che la band è riuscita a creare, producendo un disco fruibile per tutti, e non solo per i fans del genere (o dei generi).

Un disco divertente, senza riempitivi, piuttosto originale, che funge da ponte tra due mondi finora distinti e separati.
L'ideale per la guida notturna in condizioni estreme, quando il caffè non basta a tenere gli occhi aperti sulla strada.

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