lunedì 19 novembre 2007

Uno, nessuno e centomila


Se avessi aperto questo blog 4-5 anni fa, il cinema avrebbe avuto lo stesso spazio che concedo alla musica, vista la frequenza (anche tre volte a settimana) con cui ci andavo.
Adesso invece se ci vado tre volte all’anno posso dirmi soddisfatto, in compenso, non so se esserne orgoglioso o meno, sto scoprendo una serie di serie (ah ah) TV che mi sembrano di qualità e che mi appassionano.

L’ultima è Dexter (protagonista il bravo Michael C. Hall già David Fisher in Six Feet Under) evento dell’anno per la rete che la pubblicizza, gradita sorpresa per me che mi aspettavo tutt’altro.

Dunque, Dexter è un tecnico della scientifica di Miami esperto di sangue, più esattamente delle traiettorie tracciate dal sangue sulla scena del crimine. Conduce però una doppia vita, di notte si occupa dei peggiori serial killer, o comunque pedofili e assassini accertati, li cattura e li elimina proprio come farebbe un serial killer (cioè immobilizzandoli e tagliuzzandoli prima di accopparli).
Durante la narrazione ci vengono mostrati dei flashback di quando Dexter era ragazzino. Adottato da un poliziotto ( ci viene rivelato senza entrare nei dettagli che l’infanzia è stata una terribile spirale di violenza) che si rende conto della deformazione psicologica del ragazzo e gradualmente la incanala per dirigerla verso chi “merita di morire”.

Detta così la trama non sembra granchè, un incrocio tra C.S.I. e il Giustiziere della notte. In realtà il TF ha uno svolgimento molto lento,poco televisivo direi, con molta voce narrante, linguaggio esplicito, dialoghi realistici, e il tutto diventa una metafora dell’essere e dell’apparire. Il padre poliziotto infatti insegna a Dexter a mimetizzarsi nella società e a fingere emozioni (dato che il ragazzo è incapace di provarne) e relazioni sociali. Così Dexter ha una fidanzata, amici, va fuori a bere coi colleghi, ride alle battute, si confonde con gli altri. Però è una menzogna. Vive una bugia, lui è un altro, sopporta a fatica quel mondo per lui irreale, ma nessuno può saperlo.

E di serial killer emozionali,ne sono certo, nella realtà ne esistono a pacchi.

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