domenica 7 ottobre 2007

Revival


Non si può dire che John Fogerty,classe 1945, sia invecchiato bene. Fisicamente intendo. Ha una faccia che sembra di plastilina, pare il risultato di una plastica mal riuscita.

Musicalmente invece è tutta un'altra cosa. E' difficile portare da soli sulle spalle il peso di una cosa enorme che si chiamava Creedence Clearwater Revival, cioè l'archetipo della musica mainstream rock americana, senza esserne schiacciati o diventarne una parodia. John invece riesce a fare dischi che si riallacciano a quel sound, classico ma estremamente vivo e palpitante, senza perdere un briciolo di credibilità.

Nel 2004, dopo una pausa lunga sette anni, Fogerty se ne era uscito con l'ottimo Deja vu (all over again) e la partecipazione allo sfortunato (per l'obiettivo che si era posto) Vote for change tour.


Ci deve aver preso gusto, perchè "solo" tre anni dopo licenzia Revival, tributo, già dal titolo, a quella band (i Creedence Clearwater Revival) che in soli tre anni (e cinque dischi), tra il 68 e il 70, ha preso il rock and roll, il country e il blues (qualche volta anche il soul), e ha creato un suono unico che resiste a spalle alte e petto in fuori nel tempo, traghettato nel terzo millennio anche dall'uso senza soluzione di continuità che il cinema ne fa(un film americano su tre ha dentro un pezzo dei CCR).


Aveva litigato con tutto il mondo Creedence John: i ragazzi della band (tra cui il fratello Tom), i fans, la casa discografica (la Fantasy). Oggi sembra rasserenato; dopo la morte del fratello sembra aver in qualche modo abbracciato appieno la sua eredità.


Il disco infatti esce proprio per la Fantasy, contiene dieci pezzi per una durata di poco inferiore ai quaranta minuti e include, a chiusura del cerchio, una splendida canzone autobiografica su quegli anni (Creedence Song).


Il buon John dal vivo dedica buona parte dello show ai pezzi dei CCR. Spesso in turnè anche in Europa,il californiano non degna mai il nostro belpaese di una sua visita. Il che è un gran peccato, visto che mi priva della possibilità di partecipare a quello che per me sarebbe il più grande concerto sing a long di sempre.

4 commenti:

  1. la paura è che sia la solita pigrizia italica di merda. la stessa per la quale Gregg Allman non sapeva di poter vantare un pubblico nello stivalaccio.
    Ha fatto pure i festival, Fogerty, in estate ma nietne Italia, nada de nada.

    In parte la cosa mi rasserena. Ora che ho visto come sono i concerti in Francia e Inghilterra so che la trasferta vale sempre la pena di una levataccia. Altrochè Forum di Assago e Arena di Verona! Aveva ragione Puccini!!! All'aperto ci si gioca a bocce!!!

    Al prossimo giro spero di avere tempo e grana per la trasfertona Fogerty. Me lo merito.

    E' uscito il nuovo Anders Osborne.
    La recensione di carù è ineccepibile. E' molto derivativo (Morrisoniano nelle fondamenta e nella pelle) ma è un gran bel disco derivativo.

    Se ci piace il Van The Man anni settanta, intenso e viscerale, ci piace questo album.
    Al secondo ascolto sta già crescendo, devo dire. pare scritto in veranda, d'estate, cvol barbecue che fuma, una Bud sul tavolino e l'atmosfera di New Orlean nel cuore e nelle orecchie.

    E' forse questo che me lo fa preferire ancora. Abbiamo gli stessi gusti io e Anders (fu bello, sul lago, chiaccherarci di Little Feat!)
    Mau Orleans

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  2. e per noi dinosauri non jr. VERI dinosauri: il nuovo Marc Cohn. Ma se hai il Busca, come spero, giassai.
    ; )
    non ci spero, ci credo, in questo ritorno.
    Mau

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  3. quello con knopfler in copertina
    non l'ho preso, il nuovo non l'ho
    ancora visto. in genere in effetti
    non salto mai due numeri a fila...

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  4. questo è un buon numero però.
    c'è il report dall'O2 di Londra, di cui ti dissi, che testimonia l'impressione avuta di superiorità assoluta, c'è una spassosa recensione del Mago Carù sul dvd dello show di Johnny Cash!
    Da leggere!!! scrive spippandosi!!!! hahahaha.... c'è il film su Dylan e l'intervista a Joe Henry del quale FORSE stasera riesco a sentire il nuovo album.
    no no, buon numero! e poi leggere Carù così: chapeau, mr. Osborne! son momenti : )
    Mau

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