lunedì 12 giugno 2023

Recensioni capate: Rattlesnake Milk, Chicken fried snake (2022)



Texani di Lubbock, al terzo album, i Rattlesnake Milk dopo un inizio cowpunk si registrano dentro un mood sonoro meno anarchico, ma che resta, nelle liriche, fermamente ancorato a tematiche ribelli, propriamente outlaw. Si viaggia pertanto dentro storie borderline, di vite alla deriva, di pistole, famiglie disfunzionali e, ovviamente whiskey e vite di strada. Il sound è cementificato con la slide guitar (di Andrew Chavez) che già di per sè ha il sapore ferroso della strada, della sabbia, della sconfitta. Ci canta sopra Sean Lewis e bastano un paio di strofe, ad esempio di On the road o di .38 special, per realizzare che dalla sua ugula non potranno mai uscire versi zuccherosi e spensierati. Un disco che può far affiorare apparentamenti con le cose soliste di Mark Knopfler, ma che suona più fresco, urgente ed autentico della roba dell'anziano ex leader dei Dire Straits. Unica pecca, ma per altri può essere un valore, un brand, la monoliticità dei pezzi, che quando arrivi alle ultime tracce può saturare un pò. Gran bel disco, anyway.

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