A volte, raramente, mi avventuro fuori dalla mia comfort zone musicale di vecchio arnese del novecento. Lo faccio quando qualcosa o qualcuno attira la mia attenzione, ergendosi sopra le molteplici proposte musicali giovanili. Mi è successo di recente con Motomami, il terzo album di Rosalìa, artista (che pensavo messicana o latinoamericana) catalana.
Il suo è un melting pot di generi ed influenze che, per dare delle coordinate, al netto delle evidenti differenze stilistiche, mi ha ricordato M.I.A., solo che qui le connessioni con hip-hop e modern errebì non si "contaminano" con la musica indiana ma con quella latina, (reggaeton, bachata) e tradizionale andalusa (flamenco).
Il risultato, grazie anche alla grande empatia che l'artista trasmette, forse anche per i contenuti estremamente personali del lavoro, al ritmo di tracce come La fama; Saoko; Chicken Teriyaki; Despechà (nell'edizione deluxe); Candy o Bizcochito, è, al tempo stesso, divertente e riflessivo, estroverso e introspettivo. Insomma coinvolgente. Persino per uno come me.
ebbravo
RispondiEliminaPS lo avrai letto, nel clasico il logo "motomami" sarà sulle maglie del Barca
Non lo sapevo ma è fighissima, sta cosa (e gli ha pure portato bene)
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