lunedì 26 settembre 2022

Lo squalo (1975)

La cittadina di Amity, su di un'isola al largo di New York, si prepara ad accogliere le consuete ondate di famiglie e turisti per la stagione estiva. Proprio all'approssimarsi della festa nazionale del 4 luglio però una ragazza viene uccisa di notte da uno squalo. Il medico legale, condizionato dal sindaco, afferma si sia trattato dell'elica di una barca e quindi, contro il parere dello sceriffo Brody, non introduce divieti alla balneazione. Da lì a poco anche un ragazzino verrà attaccato mortalmente dalla stessa bestia. A quel punto non è più possibile negare l'evidenza della presenza di un pericoloso predatore marino.

Quando uscì Lo squalo avevo all'incirca sei anni, ma ricordo distintamente i manifesti del film che tappezzavano il mio paese (con ogni probabilità da noi arrivò uno o due anni dopo, in seconda o terza visione) e che lasciavano presagire qualcosa di terrificante. Ovviamente non lo vidi all'epoca, e anche se in seguito ho avuto innumerevoli occasioni per recuperare la visione di questa pellicola, mandata migliaia di volte dalle reti berlusconiane, chissà perchè, non l'ho mai fatto. 

Visto oggi, Lo squalo, appare perlopiù modernissimo, soprattutto per i suoi aspetti sia tecnici, tuttora, a quasi cinquant'anni di distanza, scopiazzatissimi, che di soggetto, visto l'ennesimo ritorno del trend "squalistico" che impazza soprattutto, ma non esclusivamente, nelle produzioni a basso costo. Il film di Spielberg ha tracciato un solco profondo anche nell'aspetto commerciale, strategico di produzioni di questo tipo, si può dire che abbia lanciato la dinamica del filmone mainstream (una volta si sarebbe detto l'americanata) posizionato nelle settimane più importanti della programmazione  dei cinema USA (giugno-luglio). Ma la pellicola, in qualche modo, osa anche su temi etici, anche qui in anticipo sui tempi: l'ingordigia della politica, la sicurezza messa in subordine rispetto al guadagno, e con esso il mantenimento delle posizioni di potere vincolate alla conservazione dello status quo, l'abitudine degli americani a sparare a tutto quello che si muove. 
Per il resto, beh, sequenze e dialoghi che sono entrati nella storia del cinema e del quotidiano ("Ci serve una barca più grossa"), così come la colonna sonora. E tutto questo, a prescindere dal genere (in questo caso puro intrattenimento) è caratteristica riservata ai soli film che hanno fatto la storia del cinema. 

Sky / Netflix

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