Un serial killer di ragazzine miete come sua ultima vittima la moglie di un agente dei servizi segreti, figlia di un ex commissario di polizia. I due uniscono le forze per individuare il colpevole. In particolare il vedovo, trasfigurato dalla perdita, una volta trovato l'assassino, mette in atto una forma di vendetta terrificante e violentissima, incurante dei danni collaterali che provocherà.
In premessa alla parte critica della recensione voglio segnalare il lavoro della Far East Film, che, oltre a tenere annualmente a Udine la più importante manifestazione cinematografica di film asiatici, da tempo ha anche attivato un sito (Fareastream) dove è possibile scegliere tra un buon numero di film asiatici, vecchi e nuovi, da vedere in streaming. Io mi abbono "random" ma seguo gli aggiornamenti dei titoli, ed è così che ho scoperto dell'inserimento di questo film, scandalosamente inedito in Italia, che era da tempo sulla mia wish list.
Kim Ji-woon, regista sudcoreano formidabile e poliedrico, capace di girare, tra gli altri, gangster movie (l'epocale Bittersweet life) horror (Two sisters), commedie western ( Il buono, il matto, il cattivo) e fantascienza distopica ( Ilang - Uomini e lupi), con I saw the devil firma un thriller a tinte gore, oscuro, disperato e pervaso dalla violenza, dove la dicotomia tra bene e male, già normalmente sfumata nella grammatica cinematografica orientale, sparisce del tutto. Per mettere in scena questo dramma criminale Ji-woon si affida al meglio che la recitazione del suo Paese possa offrire: per l'agente dei servizi segreti Lee Byung-hun, dolente protagonista di Bittersweet life e per il serial killer Choi Min-sik, indimenticabile nel ruolo principale in Oldboy. Oltre a questo formidabile duo, il plus del film è, ovviamente, la mano dietro la mdp di Kim Ji-woon, che regala più di una sequenza nella quale la tecnica superiore non è fine a sè stessa, ma contribuisce ad alimentare, a seconda dei casi, tensione, pathos, angoscia o empatia con i personaggi.
Non mi stancherò mai di ripetere quanto il cinema asiatico stia dando al cinema di genere, e in particolare al noir/crime/thriller/horror, portando i classici americani, francesi, italiani, di cui si è alimentato, ad un livello superiore. Non c'è proprio partita, e dover constatare che un film come I saw the devil (per me tra i migliori thriller dei duemila), a dodici anni dalla sua uscita, non abbia ancora trovato qualcuno che lo distribuisca in Italia mette un'enorme tristezza, oltre a far riflettere sulle scelte strategiche dei nostri distributori (viste le schifezze che invece girano).
Se non si fosse capito, straconsigliato.
Disponibile su fareastream.it.
Concordo, filmone. Bella dritta.
RispondiEliminaOgni tanto ci troviamo ;)
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