giovedì 23 settembre 2021

In guerra (2018)


Laurent, operaio e sindacalista dell'azienda Perrin, è a capo della battaglia che si consuma fuori dai cancelli, in tribunale e nei palazzi delle istituzioni e della politica, per impedire ai dirigenti tedeschi di chiudere la filiale dove sono impiegati mille e cento lavoratori francesi.

Poco da dire. Raramente, per non dire mai, mi è capitato di assistere ad un film sulle battaglie sindacali così aderente alla realtà al pari di questo In guerra
La pellicola è l'opera centrale di una trilogia che il regista Stèphane Brizè ha dedicato al mondo del lavoro, i cui restanti film (La legge del mercato, 2015, e il nuovissimo Un autre monde) devo riuscire a recuperare. 
La fotografia che ci restituisce Brizè è nitida e spietata e mi riporta esperienze vissute in prima persona: una multinazionale che non rispetta gli accordi sindacali, delocalizzando, nonostante l'impegno opposto a continuare la produzione a seguito di sacrifici accettati dai lavoratori, l'impotenza della politica (terrificante la sequenza in cui il portavoce del Presidente della Repubblica dice alla delegazione sindacale che la Francia non può immischiarsi con le decisioni delle aziende altrimenti farebbe fuggire gli investitori stranieri), la supponenza e l'arroganza della controparte, e, soprattutto, le divisioni che emergono in seno alle varie forze sindacali con il trascorrere del tempo. E' invece cronaca esclusivamente francese la violenza ai danni dei manager aziendali, che riprende alcuni episodi realmente accaduti da quelle parti.

Lo stile del regista è spesso asciutto, quasi da reportage, con un utilizzo frequente della macchina a mano e dialoghi resi in modo estremamente realistico, come se lo spettatore non fosse sul divano di casa, ma in mezzo a quei lavoratori. Vincente anche l'idea di affiancare all'unico attore professionista, nel ruolo del protagonista Laurent (ispirato alla figura dell'ex sindacalista ed oggi parlamentare Edouard Martin, ed  interpretato con vigore da Vincent Lindon) un gruppo di co-protagonisti, attori non professionisti, che hanno vissuto sulla propria pelle una situazione analoga a quella raccontata. 

Il titolo dice tutto: c'è da tempo in atto una guerra tra le due fazioni che compongono il mondo del lavoro, e quella più debole, una volta si sarebbe definita il proletariato, la sta perdendo. 

Da non perdere.


Visto sui canali di cinema RAI, anche se al momento di scrivere non risulta disponibile su RaiPlay.


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