lunedì 22 marzo 2021

Cody Jinks, Red Rocks live (2020)



Con la solennità di una volta, quando il disco dal vivo non era un traguardo banale alla portata di chiunque ma l'importante consuntivo di una carriera, posto sul percorso dell'artista come un punto esclamativo a chiosa di quanto realizzato in precedenza, Cody Jinks, dopo una quindicina d'anni di carriera discografica e nove album, rilascia (in tempi di pandemia e stop ai concerti) il suo primo live album: Red Rocks live.

Partiamo dalla location, che per noi giovani degli anni ottanta è un pò come il Fillmore East per i rocchettari dei settanta. Una location cioè obbligatoria per le star musicali di quel decennio, per le quali la tappa in questa suggestiva arena del Colorado rappresentava una sorta di consacrazione (epocale in questo senso l'EP dal vivo degli U2 Under a blood red sky del 1983 registrato un attimo prima dell'esplosione mondiale che arriverà con The unforgettable fire).

Cody, fatte le debite differenze stilistiche, è, assieme a Sturgill Simpson e Chris Stapleton, il mio countryman preferito tra i mainstream, quelli cioè che riescono cioè a conciliare musica di qualità e successo commerciale (i vari Matt Woods, Bob Wayne e, ovviamente, Hank 3, sporchi e perenni outsiders, giocano in un altro campo da gioco). A differenza degli altri due però, egli è un personaggio che ancora fatica a trovare consensi fuori dagli States. E allora auguriamogli che questo disco possa fare, in questo senso, da apripista.

Red Rocks live è un doppio CD da ventitre canzoni, dal quale è realizzato anche un DVD con la medesima tracklist, ed è un imperdibile excursus che attraversa un'intera carriera discografica, mettendo in mostra un repertorio già invidiabile, con un focus particolare sugli ultimi cinque album. 
Mr Jinks non è uno di molte parole, l'album scorre sostanzialmente senza interlocuzione con il pubblico, alla maniera dylaniana, con le uniche eccezioni rappresentate da qualche botta e risposta nei pochi singalong con l'audience (letteralmente impressionante quello su Must be the whiskey, che potete vedere qui).
E così, nei cento minuti del disco assistiamo ad un'autentico atto di forza della band di Cody, che fa sfoggio del proprio eclettismo sudista, passando con l'eleganza delle tastiere e della slide guitar e con la perfetta, potente geometria di basso e batteria, dal country rock al southern, alle ballate intimiste al rock and roll a qualche honky tonk. La chiusura, nella suggestione dei tagli di luce rossa che rimbalzano dalle montagne circostanti, non può che essere per un'accorata versione di Colorado.

Per chi scrive Red Rocks live è il sugello di una cavalcata musicale sempre più convincente, viceversa, per chi non conosce Cody Jinks, può sicuramente rappresentare un succulento punto di partenza  per la scoperta di un artista imperdibile.

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