giovedì 3 dicembre 2020

Fulci for Fake (2019)

Mentre ci si approssima ai venticinque anni dalla morte (avvenuta nella pressochè totale indifferenza il 13 marzo 1996), non si arresta la riscoperta e la rivalutazione, iniziata ormai diverso tempo fa, di Lucio Fulci. Il regista Simone Scafidi (classe 1978), fan della prima ora del cineasta romano, realizza un progetto a lungo accarezzato girando un docu-film che, omaggiando nel titolo F for Fake di Orson Welles, si propone di raccontare vita e opere di colui che si autodefinì terrorista dei generi.

Scafidi ricorre ad un espediente interessante, quello cioè di agire attraverso voce, pensiero e presenza di un attore (l'ottimo Nicola Nocella) che, dovendosi preparare a recitare nel ruolo di protagonista in un ipotetico biopic su Fulci, per entrare nel personaggio decide di indagare sulla vita del regista attraverso una serie di interviste a chi l'ha conosciuto e "vissuto", a partire dalla figlia Camilla, la cui sfortunata esistenza è stata segnata da gravi incidenti e terribili malattie, deceduta poco dopo la realizzazione proprio di questo docu-film.

Posto che siamo al cospetto di un'opera interessante, coraggiosa e per certi versi necessaria e definitiva, sulla figura di Lucio Fulci, una produzione insomma che tutti i fan del maestro non si saranno sicuramente fatti scappare (quella dell'immagine ad accompagnamento del post è la mia copia in blu ray) devo qui confessare una parziale delusione, forse condizionata dalle aspettative elevate che nutrivo per questo progetto. Intendiamoci: per chi non conosce Fulci quest'opera rappresenta un'indispensabile ed illuminante viatico per entrare nel mondo fulciano, nei suoi lavori trasversali ai generi, nella sua maestria tecnica, nella sua capacità di creare frittate gourmet persino senza uova. Il problema semmai si pone per quelli (e col tempo sono diventati tanti) che del maestro sanno già molto. Ecco, per tutte queste persone Fulci for fake aggiunge poco alle informazioni già note sul regista romano, sul suo carattere burbero che sfociava a volte nel sadismo, soprattutto nei confronti di alcune attrici, sulle tante disgrazie che hanno flagellato la sua vita, sull'ostracismo di molta parte della critica, soprattutto quella di sinistra (a lui, che si riconosceva proprio in quella parte politica!) e sulla beffa finale che subì, quando, in quelli che saranno i suoi ultimi giorni di vita sembrava che la sua carriera potesse finalmente essere celebrata e rilanciata (attraverso un progetto con Dario Argento). 

Manca insomma quel taglio di luce inedito, quell'angolazione nuova, quel personaggio chiave capace di rivelare aspetti fin qui sconosciuti dell'uomo Fulci. L'operazione insomma che ha fatto di S for Stanley, grazie al contributo di un testimone come Emilio D'Alessandro, un lavoro straordinario, non riesce appieno con F for Fulci, nonostante gli interessanti contributi dei diversi intervistati (Camilla Fulci su tutti, ma anche l'altra figlia Antonella; il compositore Fabio Frizzi; il suo più fedele direttore della fotografia Sergio Salvati; Enrico Vanzina; Michele Soavi; il primo biografo Michele Romagnoli e lo stesso Simone Scafidi). 

Detto ciò, restano immutati stima e ringraziamento a Scafidi per essere riuscito a portare a compimento questo progetto, la cui visione resta, al netto delle mie dissertazioni da fanboy, fortemente caldeggiata.

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