lunedì 6 gennaio 2020

Mike and the Moonpies, Cheap silver and solid country gold

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La prima sensazione, immediata, violenta, che mi ha assalito già dalle prime note di Cheap silver and solid country gold è stata quella di Billy Joel che si era messo a fare country. E come sapete io adoro Billy Joel. Ma era solo l'inizio, perchè intensificando gli ascolti, gli accostamenti illustri sarebbero decisamente aumentati.

Un passo indietro. I texani Mike and the Moonpies (il Mike del monicker  fa di cognome Harmeier) esordiscono discograficamente nel 2010, e quindi con Cheap silver and solid country gold concludono una fitta prima decade di carriera con cinque album di studio e un live.
Con questo disco la band, indiscutibilmente country, irradia il proprio stile verso un croonering di classe, un'invidiabile ed irresistibile coolness, un implacabile gusto per la melodia.
Billy Joel si diceva, ma scorrendo i titoli ti accorgi che questi usano i violini alla maniera di Frank Sinatra (London homesick blues) e non è l'unica situazione in cui sovviene The Voice (vedi alla traccia Young in love), per poi, con Fast as lightning, l'unico brano veloce della raccolta, fare country & western alla maniera di Elvis.
Un disco incantevole che vola in un attimo, e non solo per la tracklist breve di soli otto pezzi, ma per l'elevata qualità media delle composizioni e l'assoluta assenza di filler.
Un disco dal quale è difficile eleggere un titolo sugli altri.
Io ci provo lo stesso e dico You look good in neon, ma probabilmente se me lo chiedeste tra qualche settimana potrei cambiare opinione.

E anche per quest'anno Bottle of smoke ha il suo disco country preferito.

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