lunedì 3 giugno 2019

The devil's candy (2015)

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Il genere horror e l'heavy metal sono sempre stati collegati da un legame strettissimo. Vuoi per l'ampio utilizzo di tematiche gore da parte di una molteplicità di band estreme, per la passione che molti metalhead dividono equamente tra lo stile musicale pesante e le pellicole sanguinolente, o semplicemente perchè entrambe queste forme d'arte sono sempre state considerate, dall'elite dei critici, espressioni minori dei reciproci perimetri comunicativi (salvo poi ricredersi fuori tempo massimo).
Tuttavia il matrimonio tra metal e horror raramente si è consumato appieno. Certo, molti registi di genere hanno utilizzato l'HM come colonna sonora di squartamenti e mostruosità assortite, ma, se escludiamo il cult minore Morte a 33 giri, la combinazione dei due elementi ha raramente prodotto un autentico unicum.
Anche per questo probabilmente The devil's candy ha raggiunto in fretta lo status di cult tra gli appassionati di rock estremo.
Chiariamoci, The devil's candy non è un film sul metal, in questo senso l'esempio di Morte a 33 giri può essere fuorviante, ma la musica forgiata quasi cinquant'anni fa dai Black Sabbath ne è tuttavia il fulcro, con i suoi simboli e simbolismi, i suoi dogmi, le sue distorsioni.
Lo spunto narrativo della storia segue uno dei clichè più abusati dei film di genere: la famiglia che va ad abitare la casa maledetta, dovendo per questo affrontare terribili sfide, che metteranno in discussione la solidità della famiglia stessa.

Gli Hellman (nomen omen), papà Jesse (Ethan Embry), di professione pittore, la moglie Astrid (Shiri Appleby), che si intuisce essere quella che porta avanti la baracca, tra gli alti e bassi economici del marito, assieme alla figlia adolescente Zoey (Kiara Glasco), si indebitano fino all'ultimo cent per acquistare una grande casa isolata, informati dal loro agente immobiliare di alcune morti che lì sono avvenute (e che noi abbiamo visto nel prologo del film).
Padre e figlia sono  fanatici di heavy-metal e questa passione, nelle parti leggere, regala perle di saggezza (una su tutte: mentre i due fanno headbangin in auto sulle note sparate a tutto volume di Killing inside dei Cavalera Conspiracy, alla madre, rassegnata al frastuono, che chiede se possono mettere qualcosa di più morbido, Zoey risponde "tipo i Metallica?").
Con il passare del tempo Jesse viene colto da un'oscura ispirazione che gli fa trasformare i suoi innocui dipinti in oscuri e terrificanti lavori, tra i quali una spaventosa rappresentazione di bambini e della figlia Zoey, avvolta dalle fiamme. 
Il villain del film è Ray Smile (il navigato caratterista Pruitt Taylor Vince), un'improbabile omone sovrappeso in tuta rosso fuoco che, per sovrastare le voci che gli chiedono di compiere atti agghiaccianti, è costretto ad imbracciare una chitarra Flying V e lasciare reverberare un MI scordato con gli ampli a palla.

La trama, tutto sommata di prassi, è però ben bilanciata dall'ottima regia di Sean Byrne, che padroneggia la scena con mano sicura e che, grazie ad uno strepitoso montaggio alternato (si veda la sequenza in cui Ray colpisce il bambino sull'altalena, con il dinamismo che sfocia nelle pennellate che un Jesse quasi trasfigurato imprime sulla tela), trasforma un plot scontato in una degnissima opera originale.
Ultima ma non ultima, la colonna sonora, curata, e mi viene da dire non potrebbe essere altrimenti, visto il costante suono drone metal che aleggia cupo, dai Sunn O))), coadiuvati da altri artisti metal (Slayer, Machine Head) e non (PJ Harvey e Spiderbait). 
Da segnalare il ruolo centrale, in uno dei twist della storia, del poster dei Ghost nella stanza di Zoey. 
Assolutamente rock, infine, la modalità con la quale Jesse si libera (definitivamente?) di Ray.
Se ancora ce ne fosse bisogno, la prova del nove del legame tra film e metal arriva dopo l'ultima sequenza, quando parte, perfettamente integrato con il  montaggio, For whom the bells toll dei Metallica e vi ritroverete a saltare sul divano facendo headbangin come se fossero passati cinque minuti e non venticinque anni dall'uscita di Ride the lightning.

Se questo pistolotto che ho scritto ha un qualche senso per te che lo leggi, non puoi perdere The devil's candy.

A seguire (non so quando) un altro tributo cinematografico al metal estremo: Deathgasm.


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