giovedì 18 aprile 2019

Fitness da fifties

La sera stessa in cui mollavo il calcetto, dopo un quarto di secolo passato a calcare i terreni sintetici, assumevo la perentoria decisione di iscrivermi subitissimamente, la mattina successiva, in palestra.
Con giusto un pelino di ritardo, un anno dopo, eccomi varcare il tornello della palestra vicino casa.
L'ultima volta che avevo sollevato un manubrio circondato da gente sudata e sbuffante ricordo che ascoltavo in cuffia, ovviamente con il Walkman Sony, un disco appena uscito di un gruppo emergente:erano i Nirvana di Nevermind. Per dire.

Tutto sommato l'ambiente della palestra in quasi tre decenni  non è poi così cambiato. I soliti fanatici/fanatiche, persone comuni, outfit rivedibili assieme a roba pro, giovani, giovanissimi, falsi giovani e qualche cariatide di ambo i sessi.
Se proprio vogliamo, rispetto a trent'anni fa, la novità ovvia è rappresentata dallo smartphone, che ho visto molti tenere sullo "schermo" della cyclette o del tapis roulant per guardare i video durante l'attività fisica.
La prima sessione è stata molto soft (il tizio che mi ha preparato la prima scheda ha subito avuto pietà del mio stato fisico), ma nonostante ciò, al termine dell'oretta di fitness, avevo braccia, gambe e addominali anestetizzati. 
In pratica mi sono sentito come Neo, in Matrix, quando scopre di avere muscoli talmente inutilizzati da non conoscerne nemmeno l'esistenza.

Però dai, si tiene duro.

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